Per tagliare un po’ l’aria…
Esteri – Oggi, lunedì 6 luglio 2020, si torna a parlare di razzismo ma soprattutto di statue di nuovo oggetto di attacchi da parte delle manifestazioni ‘Black Lives Matter’, movimento nato dopo l’uccisione di George Floyd il 25 maggio scorso ad opera di un poliziotto bianco. Le sculture prese di mira rappresentano personaggi del passato che, oltre alle loro gesta impresse sulle pagine dei libri, si sono contraddistinti per un atteggiamento verso “il diverso” che in una società moderna potrebbe bollarsi come riprovevole mentre all’epoca degli eventi era normale, forse. In ogni caso molti attivisti hanno scelto di abbattere o danneggiare alcuni monumenti simbolo della politica coloniale (ma non solo) e delle sue implicazioni sociali. Queste statue, quindi, sembrano uscite dal loro impasse funzionale, prima utili a ricordare momenti storici poi, più prosaicamente, solo a farci sedere sopra noi ragazzi il sabato sera prima di caricarsi di valori e idee come forse mai prima: forse e improvvisamente i giovani che ci si appollaiavano sopra hanno scoperto la loro Storia da una certa visuale non tradizionale.
L’altro ieri, infatti, ha fatto scalpore l’abbattimento della statua di Colombo a Baltimora, evento oggi ripreso da alcuni quotidiani nazionali. La statua è stata tirata giù tra urla, applausi e poi fatta inabissare nel porto della città. Il Corriere della Sera scrive: “A Baltimora un gruppo di attivisti ha festeggiato il 4 luglio (Giorno dell’indipendenza in Usa, ndr) buttando a mare la statua di Cristoforo Colombo, tra applausi e grida di gioia. Un’azione probabilmente pianificata. Sabato sera un gruppo di manifestanti si è staccato dal corteo di protesta. Anche qui, continuano le marce, i sit-in, dopo l’uccisione di George Floyd da parte della polizia, il 25 maggio scorso. Verso le 21 il cielo si illumina con i fuochi d’artificio: il monumento viene imbragato con lunghe funi e poi tirato giù da molte persone, con uno strappo secco. Le immagini sembrano arrivare da un Paese in rivolta, non dal pacifico Maryland: la statua si spezza di netto, piomba a terra con fragore e infine viene gettata nella baia. (…) Per molti decenni Colombo aveva messo d’accordo tutti: democratici e repubblicani; modernisti e conservatori. Un’epoca che sembra ora travolta da questo sommario regolamento dei conti con la Storia, senza fare distinzioni, mescolando gli schiavisti dell’esercito confederato con i presidenti del passato, da Thomas Jefferson a Ulysses Grant, fino a Theodore Roosevelt. Nel mazzo anche Colombo. A Baltimora, come altrove, tutto ciò che ricorda l’esploratore è sotto assedio”.
Locale – Tra sacro e profano. Il Mattino di Padova torna a parlare del manager vicentino considerato il paziente zero del Veneto. Questa volta, però, fornisce dei retroscena inediti titolando: “L’imprenditore vicentino, la “massaggiatrice cinese” e il viaggio a Medjugorie: Covid-XXX. La vera storia del focolaio di Coronavirus ha dell’incredibile perché ricalca perfettamente la trita parodia del Veneto laborioso e porcellone. Un cluster a luci rosse e preghiere, insomma”.
Diversa però è la storia che racconta un dipendente dell’azienda in contatto col manager al Corriere della Sera di oggi: “«Su questa storia ho sentito di tutto e di più» esordisce. «Di me hanno detto che sono stato al bar con i sintomi del virus. Ma non scherziamo! Io sono tornato da quel viaggio di lavoro il 22 e fra il 22 e il 29 non ho avuto niente. I sintomi da Covid sono arrivati dopo che lui mi ha chiamato per dirmi che era positivo. A quel punto ho telefonato alla Asl e mi sono chiuso in casa. E comunque: ho segnalato tutte le persone che ho incontrato e non ce n’è una che sia positiva, fidanzata compresa». Ha 35 anni, l’uomo che racconta tutto questo. Dice che ha conosciuto il manager ora intubato il giorno prima di partire per la Serbia (dove la fabbrica del Vicentino ha un’altra sede)”. E prosegue: “Il 25 giugno, tornando dal viaggio successivo fatto con altri due impiegati in Bosnia, il manager ha avuto i primi sintomi. Ma fra tampone negativo appena fatto, stanchezza accumulata e sottovalutazione, è finita che in ospedale si è presentato il giorno 28. Nuovo controllo e, stavolta, esito positivo. Lui però rifiuta il ricovero e torna a casa. Chiama l’impiegato: «Fai subito il tampone, mi raccomando. Adesso spengo il telefono perché sto davvero male». Nelle 48 ore successive la situazione si aggrava, il ricovero diventa indispensabile”.
Il Sole 24 Ore, cambiando discorso, titola: “Effetto Covid: vola Zaia e cede Fontana Nel Pd cresce Bonaccini, giù Zingaretti”. E scrive: “L’edizione 2020 del Governance Poll, l’indagine con cui ogni anno Noto Sondaggi misura il consenso degli amministratori locali, distribuisce successi e cadute che oggi vanno oltre i confini regionali. (…) Al primo posto in questa classifica Luca Zaia è ormai abbonato. Ma il 70% di veneti che si dicono pronti a votarlo sono qualcosa di diverso da un semplice incoraggiamento in vista delle elezioni. Perché il Governance Poll fra i presidenti di Regione si vince di solito con percentuali di poco superiori al 50%. Il primo exploit è stato dello stesso Zaia, con il 62% raccolto l’anno scorso. Ma il 70% ha l’aspetto di un plebiscito, che cancella d’un colpo anche gli insuccessi raccolti dalla battaglia identitaria sull’autonomia: tema che rimane determinante agli occhi di tanto elettorato veneto, ma che fin qui ha prodotto solo una lunga litania di ultimatum inascoltati”.
Economia – Sempre il Sole 24 Ore apre col Superbonus al 110% per l’efficientamento energetico e la messa in sicurezza antisismica, contenuto nel Dl Rilancio. Le nuove modifiche del decreto, inoltre, prevedono anche le seconde case nel pacchetto di aiuti. Il quotidiano infatti scrive: “Il superbonus del 110% esce cambiato dalla commissione Bilancio della Camera. Le modifiche votate venerdì – e attese ora all’ok dell’Aula – chiariscono alcuni aspetti e pongono nuove domande. (…) Il “caso tipo” per cui sembra scritto il superbonus è quello del condominio residenziale: circa 5,9 milioni di edifici, secondo l’Istat, in cui si trovano 24,9 milioni di alloggi. L’ipotesi base è un intervento di riqualificazione energetica (cappotto termico e/o rifacimento dell’impianto di riscaldamento) o messa in sicurezza antisismica (…) Ma, siccome la norma parla di «condominio», vi rientrano anche le dimore bifamiliari (2,8 milioni) e le tante palazzine”.
Con il Dl Semplificazioni un’area importante di azione sono le procedure di appalto. Sempre il Sole 24 Ore titola: “Appalti, due mesi agli affidamenti e quattro per il confronto competitivo”. “Gli articoli 1 e 2 delle ultime bozze di decreto – continua il quotidiano – introducono percorsi con soluzioni derogatorie per l’affidamento di appalti di lavori, servizi (compresi quelli di ingegneria e architettura) e forniture rispettivamente di valore inferiore e pari o superiore alle soglie Ue nel periodo tra l’entrata in vigore del decreto e il 31 luglio 2021, ma stabiliscono anche precisi vincoli temporali per la loro realizzazione. In entrambi gli ambiti di valore, l’attenzione è posta sul contingentamento dei tempi di sviluppo delle procedure di affidamento, dal momento del loro avvio con la determinazione a contrarre (o con atto equivalente) sino a quello dell’aggiudicazione: il percorso deve essere concretizzato nel sottosoglia in due mesi per gli affidamenti diretti e in quattro mesi per le procedure con confronto competitivo, mentre nel soprasoglia entro un periodo massimo di sei mesi”.
Politica – Nelle prime pagine di politica di oggi si pone attenzione sul Pnr, il Piano nazionale delle riforme, documento di norma allegato al Def di aprile. Di solito passa inosservato, ma nella politica di intervento europea post Covid è molto importante e serve a dare un quadro di azione nello stanziamento degli aiuti del Recovery Fund. Il Fatto Quotidiano apre in prima pagina: “Più investimenti, nessun condono e 7 mld alla scuola. In vista del ‘Recovery plan’ dell’Ue”. E spiega in basso: “Il Piano nazionale di Riforma è però pronto al ministero dell’economia. L’intenzione di Giuseppe Conte e del ministro Roberto Gualtieri è di approvarlo al prossimo Consiglio dei ministri, tra oggi e domani. Stando alle bozze, le idee sono, per così dire, ambiziose: basta condoni, riforma fiscale, salario minimo e maggiori investimenti, specie in infrastrutture, ma anche su scuola, università e sanità”. Anche la scuola, dunque, sembra toccata da queste misure, oltre a quelle previste nel Dl Rilancio. “La parte più rilevante, in chiave europea, riguarda gli investimenti – continua il quotidiano economico – . Il Pnr promette di portare gli investimenti al 3% del Pil nei prossimi 4 anni, grazie ai fondi del piano europeo (nel 2019 si sono fermati al 2,3% e l’obiettivo prima del Covid era di arrivare al 2,6% nel 2021). Il governo prevede di connettere in fibra ottica tutte le scuole statali superiori e medie nei prossimi due anni e di mettere fine al fenomeno delle «classi pollaio»”.