Rassegne d’arte e non solo mostre a Vicenza, ecco la prima differenza col passato

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Rassegne d'arte a Vicenza, c'è anche Paolo Caliari detto Veronese, L’Unzione di David (1555 ca.), Vienna, Kunsthistorisches Museum
Rassegne d'arte a Vicenza, c'è anche Paolo Caliari detto Veronese, L’Unzione di David (1555 ca.), Vienna, Kunsthistorisches Museum

Dopo qualche anticipazione apparsa  giorni addietro, è stato ufficialmente presentato il programma  relativo alle mostre –  preferisco  chiamarle rassegne  d’arte – che verranno ospitate  in Basilica Palladiana nei prossimi tre anni. Nella illustrazione del programma, riportata dai mass media, individuo dei punti che trovo particolarmente interessanti e significativi di un autentico cambiamento  rispetto ai “grandi eventi”.

Personalmente  ritengo che le mostre/evento si possano meglio riferire a  una  operazione di marketing turistico, piuttosto che a una operazione  chiaramente e prioritariamente culturale. Nel nuovo programma  rilevo  anzitutto che la scelta dei temi  sia stata fatta dalla Istituzione comunale non solo in collaborazione con istituzioni quali il Cisa e l’Accademia Olimpica ma, per quel che ne so, anche sulla base di una filosofia delle rassegne d’arte legate a fattori della realtà territoriale, quindi  della nostra società nelle sue diverse sfaccettature.

Poi  la individuazione di un  gruppo di curatori, tutti di valore e di esperienza non indifferente e alcuni certamente conoscitori della realtà vicentina. Ancora il fatto che, in sintonia con la Soprintendenza, si intenda realizzare un allestimento adatto alle tre mostre, quindi con notevoli risparmi  economici ma, cosa  più importante, rispettoso della straordinarietà del salone della Basilica. Una Basilica che oltre meritare assoluto rispetto, va riconosciuta per essere  di per sé un fattore notevole di attrazione.

Infine l’aver messo al centro  della  scelta complessiva  la città di Vicenza. Riporto, per meglio spiegare questo ultimo punto, ultimo nella mia enunciazione ma in effetti un elemento fondamentale,  le parole di Guido Beltramini, il direttore del Cisa, che  recitano (Il Giornale di Vicenza) “Il rilancio dobbiamo perseguirlo per noi, non per i turisti. I turisti arriveranno, l’obiettivo è lavorare per la città. Dobbiamo ripartire dall’orgoglio di ciò che siamo stati e di ciò che saremo».

Oltre che  rilancio ritengo si possa anche parlare di recupero di identità nella dignità di una classe dirigente, non solo politica, ma della complessità di una  città come la nostra bellissima  Vicenza.

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Mario Giulianati
Nato a Thiene (Vicenza) il 21 aprile 1934 Residente in Vicenza - Piazzetta San Pietro n. 5 Già insegnante di educazione artistica presso le Scuole Medie della Città e della Provincia . Successivamente , in qualità di docente di ruolo, insegnante di Disegno Tecnico e Tecnologia delle Costruzioni presso l’Istituto Statale per Geometri “A. Canova” di Vicenza. Ricercatore presso l’Istituto Universitario di Venezia – Facoltà di Architettura - Dipartimento di Restauro dei Monumenti (coordinatore: prof. Romeo Ballardini). Attualmente in pensione- Organizzatore di rassegne d’arte e contitolare per un decennio della Galleria l’Incontro - alla Casetta del Palladio in Vicenza Già : * Consigliere Comunale dal 1970 al 1995; * Assessore alla Cultura di Vicenza dall’Aprile 1987 all’ottobre 1992; * Vice sindaco dal Maggio 1990 all’ottobre 1992. * Presidente della Istituzione pubblica “Biblioteca Civica Bertoliana” dal Marzo 1999, all’ottobre 2008 * Presidente della Fondazione “Vicenza Città Solidale”.Onlus * Presidente della Associazione Culturale “11 settembre” *Coordinatore Comitato Scientifico per le celebrazioni del 60° della Costituzione - fino al 150° della Unità d’Italia nel 2011- Prefettura di Vicenza - Decreto Prefetto dott. Mattei - Prot. 2007/4 Area Gab - * Per sei anni collaboratore della Fondazione Brodolini (emanazione del Ministero del Lavoro) di Roma occupandosi del rapporto tra il mondo del lavoro e le scuole professionali ad indirizzo artigianale - artistico. Ha scritto per varie testate