In un’intervista (1) la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese fa sapere che sta valutando una legge particolare contro i rave party – premette nella che pubblichiamo l’Aduc (qui altre note Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr) –,. Sull’onda lunga di alcuni di questi raduni della scorsa estate, la nostra ministra sembra che voglia rendersi utile per la sicurezza pubblica che, nella specifica fattispecie, questi raduni musicali minerebbero.
Una legge contro i rave party e non contro gli eventuali reati che poterebbero essere commessi in occasione di questi raduni. Anche perché i reati riscontrati durante i rave crediamo che siano perseguiti come leggi comandano, leggi che già esistono. O ci sono dei nuovi reati prodotti dai rave di per sé che ci sfuggono?
Ci auguriamo che, al di là delle parole di un’intervista e, considerando che la nostra ministra ha detto di volersi consultare col ministro della Giustizia, ci rifletta un po’ meglio ed eviti di addebitarsi la nomea di ministra contro i rave.
I reati sono già reati.
Purtroppo conosciamo già la logica che ispira la nostra ministra… è quella del reato di associazione a delinquere. Dove, oltre a punire il reato commesso, si viene puniti per essersi associati per commettere un reato. Un tipico reato d’opinione.
Se il legislatore decidesse prima o poi di metter mano a questo capitolo, si leverebbe la possibilità che la fantasia punizionista delle aurotià si sbizzarrisse mettendo in serio pericolo i diritti dei cittadini.
1 – “...le leggi in vigore non ci mettono in condizione di contrastare questi grandi RAVE illegali come avviene in altri Paesi d’Europa dove le norme sono più severe”. Lo sottolinea in un’intervista al ‘Messaggero’ il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. “Sono consapevole – aggiunge – del senso di preoccupazione che questo fenomeno determina nell’opinione pubblica, sia per i comportamenti illegali connessi all’abuso di sostanze alcoliche e stupefacenti, sia per i riflessi sulla possibile diffusione dei contagi”. “Sono convinta – ribadisce il ministro – che serva un intervento normativo per rafforzare il sistema di prevenzione e contrasto. Sto lavorando ad un’ipotesi di fattispecie criminosa che consenta di disporre la confisca obbligatoria dei veicoli e degli strumenti necessari per l’organizzazione dell’intrattenimento e che preveda l’obbligo del ripristino dei luoghi. Sul piano preventivo, potremmo introdurre la possibilità di ricorrere ad altri strumenti investigativi, come già avviene per diversi reati di particolare gravità. Tutto questo per allinearci alla legislazione degli altri Paesi europei, nei quali, evidentemente, oggi gli organizzatori dei RAVE party rischiano molto di più. Su queste ipotesi ci sarà un confronto con il ministero della Giustizia”, conclude. (Cro/Adnkronos)