Rave party: la vera emergenza

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Rave party diventanto reato (foto Iva per TgCom24)
Rave party diventanto reato (foto Iva per TgCom24)

Finalmente! Il nuovo governo, presieduto dal Signor Presidente del Consiglio, On. Giorgia Meloni, ha emanato il primo attesissimo provvedimento, un decreto legge teso a contrastare l’aumento del prezzo dell’ener… ah, no.

I rave party.

Beh, che non si dica che questo governo non abbia il polso della situazione, che non sappia riconoscere le vere emergenze, così, tra una crisi energetica da una parte e minacce nucleari dall’altra, il Ministro dell’Interno Piantedosi ha giustamente deciso di spezzare le reni ad una piaga sociale che attanaglia, dalle Alpi al Meridione, la nostra Nazione tutta: i “raduni pericolosi”.
Vede la luce l’art. 434 bis del codice penale che, con prosa fantozziana, spiega che dicesi raduno pericoloso per l’ordine pubblico o l’incolumita’ pubblica o la salute pubblica “un raduno, quando dallo stesso puo’ derivare un pericolo per l’ordine pubblico o  l’incolumita’ pubblica o la salute pubblica“. Eh beh certo.
Per gli organizzatori la pena può arrivare fino a 6 anni di reclusione e 10.000 euro di multa, mentre per chi semplicemente partecipa la pena è diminuita (almeno 2 anni.).
Organizzatori e partecipanti vengono poi ricompresi dalla norma tra i soggetti passibili di sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, come gli indiziati di mafia e terrorismo.
Intendiamoci, i rave party non sono feste parrocchiali, ma assembramenti selvaggi di giovinastri fuori controllo dove la ketamina si misura a chili, la sicurezza è inesistente e qualche volta c’è scappato pure il morto.
Fenomeno sicuramente da contrastare, ma la cieca repressione, fatta per di più senza un briciolo di studio sulla materia e con la decretazione d’urgenza non appare proprio la strada giusta. Sembra un po’ tanto un provvedimento ideologico, fatto in fretta e furia, con la fregola di colpire categorie invise all’attuale regime.
E siccome la gatta frettolosa partorisce gattini ciechi, al governo non si sono resi conto che l’indeterminatezza totale che affligge questa norma può spalancare le porte ad un suo uso un po’… disinvolto da parte della magistratura.
Del resto, come si può determinare quando un raduno non autorizzato sia più o meno pericoloso per l’ordine pubblico? Vuoi vedere che alla prossima commemorazione a Predappio, qualche PM non colga la palla al balzo per un po’ di sana repressione?
Ah, l’eterogenesi dei fini!