“Razzista e omofobo” Generale Vannacci per «Il mondo al contrario»? Senatrice Stefani: “Doveva tener conto del ruolo, ma avrei voluto vedere a parti invertite…”

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Generale Roberto Vannacci e il libro Il mondo al contrario
Generale Roberto Vannacci e il libro Il mondo al contrario

Ecco cosa ci ha detto la senatrice della Lega Erika Stefani, già ministro agli Affari regionali e alle Autonomie nel Conte 1 e alle Politiche della disabilità con Draghi (qui i suoi ruoli attuali), sul dibattito interno alle forze di Governo sul Generale Roberto Vannacci, autore del libro «Il mondo al contrario» e, accusato di razzismo e omofobia per alcuni suoi contenuti, rimosso dal comando dell’Istituto geografico militare di Firenze d’accordo col Ministro della difesa Guido Crosetto, criticato da alcuni ambienti della destra.

Erika Stefani
Erika Stefani è stata ministro degli Affari Regionali e per le Disabilità

Dopo le risposte del senatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin (leggi «Sto col ministro») e del deputato della Lega Erik Umberto Pretto (Leggi «Va giudicato per il suo servizio non per le opinioni») e in attesa di quelle rimanenti degli altri parlamentari di centrodestra del Vicentino, tutti da noi interpellati, vediamo cosa dice Erika Stefani.

Lei, senatrice Stefani, da che parte sta?

Non credo sia questione di stare da una parte o da un’altra: occorre più che altro fare una riflessione su quello che è l’ambito della libertà di opinione rispetto e quello dell’espressione della stessa opinione da parte di una persona che ricopre incarichi di rappresentanza o rapportati ad essi.

Secondo lei è una questione di libertà di espressione?

Di certo, ed è incontestabile, che in Italia la libertà di opinione e di espressione discendono da una norma costituzionale che la tutela e la difende. L’art 21 giusto per ricordare recita “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione” e non vi sono limiti per nessun cittadino sia che egli sia generale dell’esercito o un macellaio o un avvocato … Vi sono però dei ruoli, degli incarichi e degli uffici che se ricoperti fanno si che quello che diciamo sia poi ascrivibile a tale ruolo, all’incarico o all’ufficio: se una persona ha una posizione che  porta a rappresentare verso la cittadinanza una Istituzione deve in primo luogo avere riguardo verso la medesima. Io Erika Stefani posso esprimere la mia opinione, ma nel momento in cui, per il contesto in cui mi trovo, parlo come esponente della Lega tutto quello che dico o faccio è come se lo dicesse o lo facesse la Lega e nel momento in cui, sempre per il contesto, parlo come Senatore della Repubblica quello che dico o faccio è direttamente rapportabile allo stesso Senato o al Parlamento.

Il Generale ha violato le regole?

Saranno gli organi a cui spetta la valutazione disciplinare applicare o meno censure. Ricordo che vi sono per alcune categorie di attività, per esempio anche per l’esercizio della professione forense, norme di disciplina che sono state sottoscritte ed accettate una volta che si esercita quella stessa attività e tali norme sono vincolanti per chi le ha accettate.  

Di certo il Generale Vannacci non ha commesso un reato per il fatto di avere scritto un libro con il quale ha svolto delle sue argomentazioni ed ha espresso opinioni, né ha violato norme costituzionali. Nel momento in cui però ha scritto i suoi pensieri non poteva non immaginare che le sue parole sarebbero state lette come le parole di un Generale.

Lei ha letto il libro del Generale Roberto Vannacci? Se sì, cosa ne pensa?

Non l’ho ancora letto. Visto il clamore suscitato penso che abbia smosso non poche acque e facendolo ha infastidito. La mia sola domanda resta: sarebbe stato lo stesso se egli avesse espresso opinioni esattamente contrarie?

Visto il suo Dna da avvocato non potevamo attenderci da Erika Stefani una posizione diversa e, in fondo, simile a quella del collega, come senatore e legale, Pierantonio Zanettin: la libertà di opinione nella sfera personale non può trovare limiti, se non è in contrasto con le leggi della Repubblica, ma quella di espressione deve tener conto degli obblighi liberamente accettati nell’assumere un ruolo istituzionale come quello di alto ufficiale dell’Esercito.