Ritardi nella pubblicazione delle delibere sulle tariffe TARI 2017 nel sito del Ministero delle Finanze (all’appello mancano il 7,4% di comuni vicentini) e ritardi nelle delibere che stabiliscono le tariffe per il 2018. In mezzo le aziende che devono tener d’occhio i centri di costo, tra cui appunto la tassazione locale monitorata periodicamente dall’Ufficio Studi di Confartigianato Vicenza. “Vorremmo capire perché ciò accade sperando non siano le solite incrostazioni burocratiche a complicare, di nuovo, la vita delle aziende“, commenta Nerio Dalla Vecchia, componente della Giunta Confartigianato Vicenza con delega al Territorio, a fronte dell’ultima indagine dell’Ufficio Studi_”Non solo – aggiunge Dalla Vecchia –, i dati raccolti dicono che nel 2017 mediamente il 50% dei Comuni ha aumentato le tariffe TARI, un 30% le ha tenute stabili e il restante 20% le ha invece diminuite. Se a questo aggiungiamo l’incertezza per il 2018 si possono capire le difficoltà delle imprese a programmare la gestione di questo costo“.
L’analisi, come già le precedenti, al fine di presentare un quadro omogeneo dei dati che permetta di confrontare le diverse realtà comunali in termine di tassazione/tariffazione, ha individuato profili di utenze non domestiche legate alla realtà artigiana o della piccola impresa, combinando tipologie di attività produttive e metratura del locale occupato a uso produttivo. I profili selezionati sono quindi: parrucchiere con 60 metri quadrati; laboratorio artigiano del legno con 500 metri quadrati di laboratorio; azienda di autoriparazione con 300 metri quadrati; impresa manifatturiera con capannone di 1.400 metri quadrati; ristorante con 200 metri quadrati; pasticceria con 150 metri quadrati.
Oltre all’individuazione dei valori minimi e massimi, è stato valutato anche l’intervallo di valori in cui si trovano la maggior parte dei comuni considerati, in particolare rilevando il range entro cui si trovano il 90% delle osservazioni. Inoltre, calcolando il rapporto tra gli estremi di tale intervallo si ottiene un indicatore di dispersione dei dati: minore è la dispersione minore risulta essere la differenziazione della tassazione tra i territori.
Ecco alcuni esempi. Un parrucchiere può spendere di Tari da un minimo di 26 euro nel comune di Laghi a un massimo di 412 euro a Vicenza. Il costo per il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti per tale attività nel 90% dei casi analizzati varia tra i 43 e i 193 euro, con una dispersione pari a 4,5 che risulta essere la più alta dispersione osservata tra i profili tipo di imprese.
Un laboratorio artigiano del legno paga per la Tari un minimo di 133 euro a Agugliaro fino ad un massimo di 2.580 euro a Vicenza. Nel 90% dei comuni considerati il costo del servizio per un falegname si aggira tra i 535 euro e gli 873 euro, con una dispersione pari a 1,6.
L’importo della Tari per una azienda di autoriparazione è minimo nel comune di Laghi, pari a 157 euro, e massimo a Vicenza, pari a 2.058. Tuttavia nella maggior parte di comuni vicentini considerati l’importo varia tra i 390 euro e i 650 euro per una dispersione pari a 1,7.
Un capannone di 1.400 metri quadri di una azienda manifatturiera ha un costo per la Tari di 228 euro nel comune di Agugliaro e di 4.101 euro a Crespadoro, ma nel 90% dei casi analizzati il costo varia tra i 1.029 euro e i 2.010 euro, con una dispersione pari a 2,0.
L’importo per un ristorante oscilla tra un minimo di 266 euro a Roana ed un massimo di 4.064 euro a Crespadoro. Per il 90% dei comuni considerati il costo per il servizio rifiuti di un ristorante è compreso tra i 1.083 euro e i 1.942 euro, con una dispersione pari a 1,8. Nel caso di una pasticceria si registra un costo minimo per la Tari nel comune di Roana, pari 172 euro, ed un costo massimo a Vicenza, apri a 2.980 euro, mentre per il 90% dei comuni in esame il costo va tra i 641 euro e i 1.081 euro che determina una dispersione pari a 1,7.
In conclusione, l’analisi mette in evidenza la relazione tra dimensione dei comuni e Tari: per tutti i 6 profili di impresa al crescere della dimensione del territorio aumenta la tassazione per il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti. Naturalmente non fa eccezione il Comune di Vicenza che però rappresenta “una voce fuori dal coro” in quanto capoluogo e quindi impegnato in una serie di servizi (e quindi costi) che, probabilmente, altre realtà non offrono. _”Sulla tassazione locale Confartigianato tiene alta l’attenzione, non solo dibattendone in tempo di campagna elettorale, ma anche con queste rilevazioni periodiche del nostro Ufficio Studi – continua Dalla Vecchia-. Si tratta di una raccolta di dati che ci dicono molto sui costi “fissi” a carico delle aziende, sul loro andamento e sulla loro varietà. Infatti, e lo dimostra la ricerca con l’indice di dispersione, vediamo che, anche in territorio limitrofi, vengono applicate tariffe molto diverse, di fatto incidendo sull’attrattività di quel territorio e sulle capacità concorrenziali delle imprese che in qualche modo debbono “assorbire” quella spesa. Le imprese non chiedono favori o sconti ma solo una tassazione che sia equa e a cui corrispondano servizi adeguati. D’altronde poter contare sul proprio territorio di aziende che offrono opportunità di lavoro e di benessere per la comunità credo sia motivo d’orgoglio per ogni amministrazione”.
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