Reddito cittadinanza, Capone (UGL): “favorisce lavoro nero, riforma welfare e piano industriale per rilanciare occupazione”

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Reddito di cittadinanza: un centro per l'impiego
Reddito di cittadinanza: un centro per l'impiego

“Il Governo abbia il coraggio di mettere la parola fine al Reddito di cittadinanza, una misura fallimentare che invece di abolire la povertà si è rivelata un formidabile incentivo al lavoro nero. E’ di oggi, peraltro, la notizia che ad Agrigento è stato disposto l’ennesimo sequestro di 11 social card destinate a illegittimi percettori di reddito con precedenti per reati di tipo mafioso. A fronte dei 4,6 milioni di cittadini italiani in povertà assoluta certificati dall’Istat prima del Covid-19, sono stati soltanto 2,8 milioni i beneficiari del reddito, un numero a dir poco esiguo considerate le ingenti risorse mobilitate per un provvedimento che, nel triennio 2020-2022, arriverà a costare circa 26 miliardi di euro”.  Lo afferma in un comunicato il segretario del sindacato UGL che chiede invece il rinnovo di Quota 100. Delle due riforme del governo gialloverde insomma, Capone vorrebbe tenere la parte verde e gettare quella gialla, il contrario di quello che il governo giallorosso sembrerebbe voler fare, anche se il premier Conte ha parlato di modifiche al reddito di cittadinanza.

“Inoltre – aggiunge Capone – il totale fallimento dei navigator nel favorire il match tra domanda e offerta di lavoro, denota il carattere meramente assistenziale e la completa assenza di progettualità di una misura che mi auguro venga archiviata il prima possibile. Il Governo mostri di avere a cuore il rilancio dell’occupazione e rinnovi ‘Quota 100’, una legge che ha favorito il turn over e l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Basta politiche clientelari, il Paese ha bisogno di un serio piano industriale e di una riforma del welfare in grado
di promuovere la crescita e l’occupazione.”