“Il reddito di cittadinanza è uno strumento presente a livello europeo e non solo, il vero tema però è la sua applicazione. Penso che ci siano da identificare due categorie: le persone che vivono in uno stato di povertà, le quali difficilmente possono reinserirsi in un processo produttivo, o perché vivono in condizioni di disabilità, di emarginazione oppure hanno un’età molto avanzata; e poi ci sono soggetti che dichiarano di non trovare lavoro che percepiscono il reddito di cittadinanza.
Ora, è giusto aiutare chi vive ai margini della società e non ha altre soluzioni se non quella di avere un aiuto pubblico, ma per il resto bisogna girare queste partite finanziarie alle imprese. Siano le aziende a percepire le risorse pubbliche se assumono persone in cerca di un impiego. Questo permetterebbe di riportare nelle imprese risorse fresche, ora strettamente dedicate ai percettori del reddito di cittadinanza che ormai conosciamo bene, visto che abbiamo nomi e cognomi”.
Questa la proposta del Presidente della Regione Veneto, alla luce dell’ultimo osservatorio INPS sul reddito di cittadinanza, secondo il quale in provincia di Napoli si spende per il Reddito e la Pensione di cittadinanza quasi quanto nell’intero Nord: a marzo infatti si è speso per il sussidio 105,3 milioni nella provincia di Napoli e 107,7 nell’intero Nord del Paese. Nella provincia di Napoli a marzo potevano contare sul beneficio oltre 166mila famiglie per 446mila beneficiari nel complesso a fronte delle 221mila famiglie per 432mila beneficiari nell’intero Nord. Per le famiglie di Napoli l’importo medio è stato a marzo di 631,88 euro mentre nel Nord la media dell’assegno è di 486 euro.
“Anche alla luce di questi numeri il reddito di cittadinanza va assolutamente rivisto. Il confronto tra la provincia di Napoli e l’intero Nord è la prova provata che il sistema non funziona. Non facciamo più le battaglie tra poveri – conclude il Governatore del Veneto – aiutiamo invece veramente chi ha bisogno e agevoliamo l’accesso al mondo del lavoro a chi lo cerca, attraverso le imprese che devono diventare il nostro primo interlocutore”.