FASE 2: RIAPRIAMO…UNA STAGIONE DI LOTTE!
L’emergenza Covid ha messo a nudo le profonde diseguaglianze esistenti nella struttura sociale ed economica del nostro paese.
Tante persone sono senza adeguate tutele e diritti, sprovviste di qualsiasi accesso ad ammortizzatori sociali, con nessuna garanzia di reddito.
I provvedimenti del decreto Cura Italia si sono rivelati insufficienti per molti, ed ampie fasce della popolazione sono state inoltre totalmente escluse dalle misure previste.
Senza contare che tante lavoratrici e lavoratori non hanno ancora ricevuto il pagamento degli importi che dovevano percepire.
Si è portato avanti un sistema di Welfare suddiviso per comparti, dividendo i lavoratori per categorie e predisponendo indennità diverse, ognuna con una sua procedura burocratica, spesso farraginosa e di difficile accesso, molte con contributi una tantum.
E il decreto Rilancio purtroppo prosegue sulla stessa linea.
Ma non è questo quello di cui c’è veramente bisogno per dare risposte reali e dignitose a tutte e tutti.
Serve un sistema di Welfare che sia veramente universale, dotato di misure stabili e permanenti al posto di contributi emergenziali.
Rivendichiamo pertanto:
il pagamento immediato di tutte le misure previste dal decreto Cura Italia non ancora erogate ai beneficiari (casse integrazioni, indennità 600 euro, ecc.);
istituzione di un Reddito di Base Incondizionato: allargamento dei criteri di accesso al RdC ed eliminazione delle condizionalità, per tutti i soggetti esclusi dagli ammortizzatori sociali o che ricevono da questi importi insufficienti;
Ammortizzatore Sociale unico ed universale: basta con la giungla delle varie Cig, Cigs e Fis. Innalzamento degli importi mensili massimi sino ad arrivare al 100% dell’importo realmente percepito mensilmente;
introduzione salario minimo: oggi diversi CCNL prevedono paghe da fame. Introdurre un salario minimo vorrebbe dire evitare di scaricare i costi della crisi sulle spalle di lavoratrici e lavoratori, contrastare il fenomeno del working poor e mettere fine alle decine di contratti “pirata” utilizzati in moltissimi settori;
stanziamento di un contributo per affitti e mutui che assuma sempre più carattere strutturale, accompagnandolo ad un credito di imposta pari al 100% dell’affitto per botteghe e negozi e per la casa di residenza almeno per tutto il 2020;
rifinanziamento e accesso gratuito ed universale al servizio sanitario nazionale e a minimi quantitativi giornalieri dei seguenti beni fondamentali: acqua, gas, corrente elettrica, trasporto pubblico e accesso alla rete internet.
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