Regimi fiscali preferenziali, Il Sole 24 Ore traccia la mappa della concorrenza in Europa

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È in corso in Europa una gara a suon di “regimi fiscali preferenziali” tra gli stati membri per attirare nuovi, ricchissimi, residenti. Ovvero, legislazioni sulle imposte tali da attirare i cosiddetti “nuovi paperoni“: alla categoria – per esplicare – appartengono vip, sportivi di successo, top manager e nomadi digitali.

Se ne occupa oggi, lunedì 14 ottobre 2024, Il Sole 24 ore. Il principale quotidiano economico spiega: “Nel 1995 si contavano soltanto cinque leggi di questa tipologia negli Stati del Vecchio continente: erano i pionieri della corsa per la conquista dei nuovi milionari e della competizione fiscale verso il basso. Ma all’inizio del 2024 i regimi fiscali preferenziali erano saliti a 28 in 16 Paesi. Senza contare – naturalmente – i piccoli ma aggressivi paradisi fiscali come il Principato di Monaco, Andorra, Gibilterra o i possedimenti della Corona britannica, come Jersey, Guernsey e l’Isola di Man, i cui sistemi impositivi sono disegnati appositamente per attrarre patrimoni ingenti e sono spesso regressivi: i più ricchi pagano di meno”.

Vengono poi tratteggiati due casi recenti. Il Regno Unito ha deciso di abolire da quest’anno il regime di “res-non-dom” per i residenti non domiciliati che godono di esenzione totale dei redditi e dei capital gain prodotti all’estero. Il Portogallo ha interrotto le agevolazioni per i nuovi pensionati che si trasferiscono nel Paese e ora punta a introdurre incentivi fiscali per gli under 35.

E poi è arrivata l’Italia, con una piccola correzione dei regimi riservati ai lavoratori qualificati che tornano o arrivano nel nostro Paese – gli impatriati – e sui Paperoni stranieri o italiani, per i quali l’imposta fissa (cosiddetta flat tax) sui redditi percepiti all’estero è stata raddoppiata da 100mila a 200mila euro all’anno. Una misura simbolica, visto che per milionari proprietari di società, azioni, obbligazioni e altri investimenti esteri dai quali possono ricavare dividendi, interessi e capital gain altrettanto milionari, 200mila euro di imposte sono davvero poca cosa. Ma tant’è”, scrive Angelo Mincuzzi su Il Sole.

Secondo l’analisi sarebbe presto per parlare di “ripensamento” dei governi degli Stati del Vecchio continente sui regimi fiscali preferenziali. È  comunque certo che trattamenti marcatamente squilibrati tra contribuenti generano malcontento che, a sua volta, si ripercuote sul consenso elettorale in un periodo di crisi economica e tagli ai capitoli del sociale. Inoltre, a conti fatti, si tratta comunque di perdite per il fisco dei paesi europei.

Certo anche che i benefici nel breve e medio termine sono innegabili, ad esempio per settori come quello immobiliare di lusso. Ma, a lungo andare, si hanno ripercussioni negative. Per motivi come quelli dell’esempio fatto, Londra è via via diventata una capitale estremamente costosa per la gente comune.

Qualcosa di simile – ancora da Il Sole 24 Ore – sta accadendo, anche se in proporzioni molto minori, anche in Italia, a Milano. Secondo la Corte dei conti, nel 2022 la misura fiscale per i milionari stranieri o italiani che ritornano in Italia ha attratto nel nostro Paese 1.136 persone. Nel quinquennio 2018-2022 i Paperoni hanno pagato complessivamente circa 254 milioni di euro di imposte. Si tratta in media di poco più di 50 milioni all’anno mentre nel solo 2022 sono stati versati 89,8 milioni. Il Fisco italiano però non conosce né l’ammontare dei redditi esteri sui quali l’imposta sostitutiva agisce, né le imposte ordinarie che sarebbero state effettivamente prelevate su questi redditi senza il regime sostitutivo. Su tutto questo c’è buio fitto, così come sull’entità degli eventuali investimenti che i neoresidenti potrebbero aver effettuato”.

Fonte: Il Sole 24 Ore