Jacopo Bulgarini d’Elci diede un grande e professionale contributo alla riconquista di Vicenza da parte di Achille Variati col suo lavoro di spin doctor fatto in nome e per conto di Alias srl, l’agenzia di comunicazione, poi messa in liquidazione, di cui era socio al 45% con i due “storici” amici e partner Jacopo Rodeghiero e Vincenzo Grandi oltre che con Adone Balasso, che rtroviamo spesso come socio o amministratore, niente di illecito per carità lo premettiamo, di società in liquidazione o cancellate come Leodari Media srl. E come Regina Rossa srl, ora appunto in liquidazione, costituita il 20 ottobre 2010 sempre con i due Jacopo e con Grandi come soci.
Bulgarini scelse, però, la strada di uscire da Regina Rossa invece che dimettersi dalla carica di vice sindaco, dopo le polemiche nate per il fatto che la nuova agenzia aveva rapporti anche con enti in cui il Comune aveva partecipazioni o peso.
Il vice sindaco uscente, prescelto come suo successore da Achille Variati ma bocciato pesantemente alle primarie finendo terzo su tre candidati a debita distanza dai primi due e ora in coalizione con Otello Dalla Rosa, cedette, quindi, il suo 30% in Regina Rossa in data 15 ottobre 2013 al valore nominale di 3.000 euro proprio a Adone Balasso, forse in onore del bello che il nome Adone evoca, ma la società ha seguito l’esempio di Alias venendo messa in liquidazione dal 24 novembre 2015.
L’azienda non cessò, però, di far lavorare i suoi soci poichè la sua attività fu affittata alla neo costituita Regina Rossa & Partners srls (società a responsabilità limitata semplificata con soli 1.000 euro di capitale) in data 21 marzo 2016 con decorrenza 1 aprile 2016 ad un canone annuo di euro 50.160 per quattro anni fino al 31 dicembre 2020 per un totale di 200.640 euro che farebbe supporre che ai 3.000 euro incassati (dichiarati?) da Bulgarini il 15 ottobre 2013 sia poi corrisposto un valore di cessione della sua parte di attività due anni e mezzo dopo di 60.192 euro (il 30% di 200.640 euro).
Tutto questo in presenza di bilanci in perdita di Regina Rossa: il bilancio 2016 ad esempio registra una perdita di euro 29.059 e un patrimonio netto negativo per euro 230.415; la società non è in grado di pagare i suoi debiti ma nello stesso tempo non supera i limiti minimi per potere eventualmente essere dichiarata fallita.
Ma qui avviene il miracolo: Regina Rossa & Partners srl è stata costituita in data 24 novembre 2015, lo stesso giorno della messa in liquidazione di Regina Rossa, con un capitale iniziale di euro 1.000 poi aumentato ad euro 1.075 e, quindi, ad euro 1.225 con amministratori Jacopo Rodeghiero e Vincenzo Grandi. Soci: Rodeghiero e grandi ciascuno al 40,82%.
Il primo bilancio, quello 2016, chiude con un fatturato di euro 213.941 in linea con quelli storici della “liquidanda” Regina Rossa, ma fa registrare un utile di euro 5.988.
Dopo aver pagato il primo canone di 50.160 euro?
Grazie a cosa visto che fatturato e clienti (tra cui Acque Vicentine, ora Viacqua, e ora anche i Pd Stefano Fracasso, Rosanna Filippin e Otello dalla Rosa) sembrano gli stessi?
Può essere bastato aver aggiunto soci di minoranza, ma magari motivatori della buona amministrazione, come Luigi Dalla Via, ex sindaco di Schio, di cui Regina Rossa curava la comunicazione, e ora, con Matteo Marzotto e su nomina al 66% di Achille Variati, membro del cda di Italian Exhibition Group, la Fiera di Rimini che ha assorbito quella di Vicenza?
E se Dalla Via ha versato ben 75 euro per avere il 6.12% della Partners altrettanto ha fatto Marta Perugi, l’attuale signora Rodeghiero, che durante il quinquennio 2008 – 2013 lavorò al comune di Vicenza su incarico del sindaco scatenando critiche anche sindacali perchè associata appunto ai legami con i vari Jacopo di questa storia.
Che fotografa le nebbie di questa città che neanche l’ultimo Buran è riuscito a diradare.