Renzo Rosso “lascia” il biologico: cedute tutte le sue quote in EcorNaturaSì

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di Andrea De Polo da La Tribuna di Treviso

Renzo Rosso è definitivamente uscito dalla EcorNaturaSì, il colosso dei negozi biologici di San Vendemiano. Il numero uno della Diesel, che nelle scorse settimane aveva lasciato intuire un progressivo allontanamento dal gruppo trevigiano di cui deteneva il 26 per cento, tramite la controllata Red Circle Investments. Ora ha già ceduto tutte le sue quote, e allo stesso tempo EcorNaturaSì ha trovato nuovi investitori in grado di coprire l’addio di Rosso stesso. La rivoluzione in seno a uno dei principali gruppi italiani di prodotti biologici si è compiuta a fine luglio, suggellata da una clausola di riservatezza tra le parti, ed è diventata ufficiale a cavallo di Ferragosto con la pubblicazione della nuova composizione societaria.

Nella società trevigiana sono rimasti quindi Alpa, il veicolo della famiglia Paravicini Crespi, che sale dal 27 al 29%, e Invest Tre, della famiglia Rossi Cairo, confermata al 9%. Il principale azionista, Ulirosa Spa, passa dal 38 al 48%: è la società con sede in un’azienda agricola sulle colline di Manzana (Conegliano) collegata direttamente ad Ariele Holding, presieduta da Gabriele Navilli e che detiene anche la fondazione no-profit “Libera fondazione antroposofica Rudolf Steiner”, proprietaria dell’omonima scuola steineriana a San Vendemiano. Al posto di Renzo Rosso, quindi si diceva, due nuovi ingressi: la Bio Iniziative Srl al 9% (società collegata alla diocesi di Trento), e la Luisante S.A., holding straniera con sede a Lussemburgo, con il 5%. Rosso aveva incaricato Red Circle di cercare compratori delle sue quote all’inizio dell’estate, nessuno si aspettava che l’uscita fosse così rapida. È la fine di una “storia d’amore” iniziata nel gennaio 2014, quando mister Diesel era entrato in EcorNaturaSì assieme alla famiglia Rossi Cairo.

All’interno di Ecor, tuttavia, c’è anche chi fornisce una ricostruzione diversa rispetto a quella lasciata trapelare da Rosso: e cioè che la separazione non sia avvenuta soltanto per volontà di Red Circle, ma per precisa volontà di Ecor, che aveva già sul piatto altre offerte (e infatti l’ingresso dei nuovi soci è stato praticamente immediato). In ogni caso, per il colosso del biologico il 2020 si conferma un anno particolarmente “sfidante”, alle prese con un mercato sempre più complicato da leggere, in cui la grande distribuzione convenzionale ha accresciuto la sua quota bio, e con un nuovo assetto societario da sottoporre a rodaggio.

I numeri restano quelli di un gruppo solido: il fatturato sfiora i 400 milioni di euro (300 milioni dai proventi dei negozi bio), sono 500 i punti vendita in tutta Italia sotto le insegne Cuore Bio e NaturaSì, 1.800 i dipendenti diretti.