Dopo l’aggressione fisica a Antonio Nasso e gli insulti antisemiti all’indirizzo di Gad Lerner, entrambi collaboratori di Repubblica, fatti avvenuti nel raduno di Pontida davanti a Matteo Salvini che non solo non si è scusato ma, scrive il quotidiano, «si è permesso, anzi, una battuta sui “provocatori” che osano calpestare il prato della Lega», il giornale fondato da Eugenio Scalfari a difesa di chi ha l’unica colpa di «ostinarsi a informare» aggiunge: «Il problema, non di Repubblica ma del Paese, è che fare con rigore il giornalista ormai è diventato un rischio. Una realtà, riflettano le istituzioni e i capi politici (sì, anche Salvini), che una democrazia dovrebbe scongiurare».
Giusto quello che si scrive, ma una cosa sarebbe da chiedere alla “grande” informazione. Loro chiedono solidarietà, denunciano la “normalità” degli attacchi ai giornalisti ecc. Ma la solidarietà loro la danno a quei giornalisti che vengono vessati da denunce e devono affrontare processi costosi in termini di tempo, di stress e di denaro?
Non mi sembra che qualcuno dei “famosi” giornalisti (magari di quelli che vengono insultati ai raduni leghisti o dai fascisti di ogni risma) ti abbia dato solidarietà, caro direttore, o, almeno, abbia dato un certo risalto a quello che ti sta succedendo. Anche questa indifferenza è la “normalità” di un paese che si sta avviando (ha già cominciato da tempo a percorrere questa strada) allo sfacelo democratico.