Il Retrone, affluente del Bacchiglione, è un piccolo Davide che blocca Golia, ovvero Rete Ferroviaria Italiana (Rfi). La metafora scelta da Martina Zambon su Il Corriere del Veneto oggi in edicola descrive bene quel che succede in termini di sospensione della circolazione dei treni sulla Milano-Venezia in concomitanza con il maltempo.
Viene ricordato come nell’ultimo mese, in due occasioni, l’8 e il 18 ottobre, l’esondazione del corso d’acqua a causa delle forti piogge provochi l’allagamento dei binari e che accanto alla linea storica sta avanzando anche il quadruplicamento dei binari per la realizzazione della Tav. Per questo, Comune di Vicenza e Regione Veneto avevano ottenuto da Rfi la realizzazione di un bacino di laminazione con mezzo milione di metri cubi d’acqua di capacità sull’Onte, a sua volta affluente del Retrone.
“La realizzazione del mini-bacino a Sovizzo sull’Onte-Retrone, quindi, è in cima alle priorità – si legge sul Corveneto -. Tanto più che c’è già un progetto finanziato. Eppure l’opera è bloccata. Colpa di un ricorso «omnibus» di Italia Nostra al Tar del Lazio sulla linea ad Alta Velocità/Alta Capacità: 93 rilievi bocciati dal Tar tranne uno, quello sul bacino di laminazione sull’Onte-Retrone. Mancava un passaggio nell’iter di approvazione (il progetto iniziale di Rfi era un terzo dell’attuale). Questo succedeva il 24 luglio e, da allora, la palla è passata al Mase, il ministero dell’Ambiente che deve comunicare a Rfi se si debba ripresentare il progetto sul bacino da capo o si possa semplicemente integrare. Dopo quasi tre mesi di silenzio (e altre esondazioni con relativi blocchi della circolazione ferroviaria) a Vicenza scalpitano. Pare che entro fine mese si risolverà scegliendo la via dell’integrazione ma il tempo stringe”.
Inoltre, ad aprile scorso, il presidente della regione, Luca Zaia, presente all’inaugurazione del bacino di Viale Diaz aveva parlato di un tunnel scolmatore sotto Monte Berico per convogliare in un punto più utile le acque del Retrone nel Bacchiglione. Di quest’opera, però, pare si siano perse le tracce. Stesso discorso per un altro progetto, inserito nel Piano D’Alpaos per scolmare il Retrone: un bacino sulla Dioma, altro corso d’acqua che finisce nel Retrone e che interessa la zona industriale di Vicenza.
Fonte: Il Corriere del Veneto