Rettorgole, i bambini della Primaria in ufficio postale. Per conoscere come è cambiata Poste Italiane dalla lettera alla smartphone

1084
Rettorgole, i bambini della Primaria in ufficio postale
Rettorgole, i bambini della Primaria in ufficio postale

Più di 20 bambini della classe terza della Scuola Primaria Carlo Collodi hanno visitato l’ufficio postale di Rettorgole nell’ambito di un progetto didattico di educazione civica dedicato ai temi della corrispondenza e dell’organizzazione dei servizi postali.
“Volevamo che i bambini capissero come funziona la corrispondenza, – ha spiegato una delle promotrici dell’iniziativa, l’insegnante Maria Francesca Piazza -. Era interessante vedere dove s’imbucano le lettere e capire come fanno ad arrivare a destinazione, mostrare i francobolli, i timbri e tutte le fasi della lavorazione”.
Olimpia Gastaldon, appassionata direttrice dell’ufficio postale di Rettorgole, e Michela Viola, portalettere di zona, hanno accolto gli alunni e le insegnanti, vestendo, per un giorno, gli insoliti panni delle docenti. E le due ‘neo-docenti’, assecondando le curiosità e le domande dei bambini, hanno spiegato come deve essere confezionata, affrancata e spedita una lettera per poter essere recapitata in modo sicuro e veloce.

Ma questo è stato solo il punto di partenza per una spiegazione più ampia dedicata alla complessità del mondo postale. Gli esempi di vita quotidiana suggeriti dagli stessi ragazzini hanno confermato come il postino, oggi, venga visto, sempre più spesso, come colui che consegna i pacchi dell’e-commerce piuttosto che le lettere tradizionali.

Un inequivocabile segno dei tempi che ha fatto riflettere sulle nuove abitudini d’acquisto delle famiglie e sul mutato ruolo di un portalettere sempre più informatizzato. La giornata formativa si è conclusa con la visita all’interno dell’ufficio postale, dove gli allievi hanno appreso che il mondo delle Poste sta diventando sempre più digitale e che ormai quasi tutte le operazioni possono essere eseguite comodamente dallo smartphone.

Un concetto che, per questioni anagrafiche di ‘natività digitale’, i bambini hanno colto in modo molto naturale, più di quanto riescano a fare i loro genitori e i loro nonni pensionati. Alla fine, dopo i saluti di rito, gli alunni, tutti in fila per tre con… il resto di due, sono tornati gioiosamente a scuola, sotto lo sguardo vigile delle maestre.