Sedici modi diversi di immaginare la Biblioteca Bertoliana negli spazi dell’ex Tribunale sono rappresentati, attraverso tavole e plastici, nella mostra “Riabitare il costruito. Visioni e progetti per la Nuova Biblioteca Bertoliana”, che aprirà nella Sala degli Zavatteri, al piano terra della Basilica palladiana, venerdì 27 settembre nell’ambito del XI Premio Internazionale Dedalo Minosse.
Oggi pomeriggio il sindaco Francesco Rucco ha visitato in anteprima la suggestiva esposizione, accompagnato dalla presidente della Bertoliana Chiara Visentin che ha fortemente voluto questo momento di riflessione e di studio sul futuro della biblioteca.
“Dare il via negli spazi dell’ex tribunale – ha detto il sindaco Rucco – alla realizzazione della nuova Biblioteca Bertoliana, spazio di studio, ma anche di ritrovo e di crescita culturale, è il grande obiettivo della nostra amministrazione. Si tratta di un’operazione complessa, sia sotto il profilo progettuale sia sotto quello finanziario. Ben vengano, quindi, gli stimoli davvero significativi emersi dagli studenti dello Iuav di cui faremo sicuramente tesoro. Da parte nostra, risolte con il ministero della giustizia alcune questioni riguardanti lo sgombero definitivo dei locali, daremo rapidamente il via alla progettazione preliminare dell’opera. Quanto ai fondi per la sua realizzazione, il cui costo potrebbe aggirarsi sugli 8 milioni di euro, una prima cifra di circa 1,8 milioni sarà accantonata grazie alla recentissima definizione della vendita ad Aim del deposito di via Fusinieri”.
“La mostra – ha ricordato la presidente Visentin – raccoglie i progetti degli studenti dell’università Iuav di Venezia, elaborati nell’ambito delle attività didattiche del Laboratorio di progettazione, analisi e valutazione dell’esistente, tenuto dai docenti Giovanni Marras, Mario De Miranda, Daniele Baraldi, e del Laboratorio di riqualificazione ed efficientamento energetico dell’esistente, tenuto dai docenti Massimo Rossetti, Lamberto Borsoi, al primo anno del Corso di Studio Magistrale in Architettura per il Nuovo e l’Antico. Si tratta di progetti assolutamente realistici, comprensivi degli studi statici necessari al dar vita a un radicale cambio di funzione. Ciascun lavoro interviene sia sulla pelle dell’edificio, sia sugli spazi interni, proponendo una visione più contemporanea nell’ottica del riuso degli spazi urbani. Molto interessante è il fatto che tutti, benché non fosse richiesto nella convenzione, abbiano avvertito la necessità di ampliare la riflessione al vuoto rappresentato dal parcheggio di santa Corona, pensato come una nuova piazza di collegamento del nuovo polo con il resto della città storica”.
Nei due laboratori, tra loro coordinati dal professor Giovanni Marras, i docenti, in collaborazione con la presidenza della Biblioteca Bertoliana e con l’ufficio tecnico del Comune di Vicenza, a partire da un approccio interdisciplinare che ha coinvolto la Composizione architettonica, la Progettazione strutturale, la Sismica, la Tecnologia dell’architettura, gli Impianti, hanno condotto gli studenti attraverso un’esperienza di studio e ricerca orientata a formulare visioni e progetti per la Nuova Biblioteca Bertoliana di Vicenza nel complesso dell’Ex-Tribunale.
Si legge nella presentazione che accoglie il visitatore: “Gli edifici, la storia dell’architettura lo dimostra ampiamente, sono destinati a sopravvivere a sé stessi e a vivere più vite. La mostra intende richiamare l’attenzione su un approccio di studio e ricerca che guarda il patrimonio costruito con una consapevolezza nuova e diversa rispetto alle strategie di intervento “dissipative” sperimentate nel secolo scorso.
Il paesaggio urbano delle città italiane è in larga parte costituito da un patrimonio edilizio obsoleto costruito durante il secolo scorso. Case pubbliche e private, scuole, edifici per uffici, complessi produttivi e commerciali, che sono frequentemente interessati da processi di degrado e abbandono. Questo patrimonio, costituito da edifici sempre più inadeguati sotto il profilo dei caratteri tipologici, dei requisiti strutturali e antisismici e delle problematiche relative alla sostenibilità energetica, rappresenta tuttavia un valore, sia in termini identitari, sia rispetto alla consistenza e alla posizione che tali manufatti occupano all’interno dei contesti urbani. Ripensare nuove vite per questo immenso patrimonio significa assumere consapevolezza di tali valori attraverso processi di studio e ricerca da porre alla base di un processo di progettazione partecipata e condivisa.
Quello del complesso dell’ex Tribunale di Vicenza è un caso di studio emblematico in tal senso e ha rappresentato per gli studenti e i docenti dell’Università IUAV di Venezia una straordinaria occasione di studio e ricerca finalizzata alla sperimentazione dei possibili approcci compositivi e tecnici al problema del riuso, esplorando ipotesi diverse, dalle pratiche più conservative a quelle della ristrutturazione integrale e all’innesto di nuovi dispositivi di rigenerazione architettonica e urbana”.
Salone degli Zavatteri, piano terra della Basilica palladiana
Inaugurazione 27 settembre con convegno alle 18
Mostra aperta fino al 6 ottobre
Orario 10 – 16 fino al 30 settembre; 10 – 15 dal 1 ottobre (lunedì chiuso)
Ingresso con biglietto di accesso al monumento, libero durante i convegni