«Le linee guida ministeriali scaricano sugli enti locali le responsabilità della riapertura in sicurezza dei servizi educativi e scolastici rivolti alla prima infanzia. Quella del prossimo settembre sarà un’apertura dei servizi densa di incognite nella stragrande maggioranza di comuni che gestiscono scuole d’infanzia e nidi comunali». È quanto sostiene in un comunicato Maria Teresa Turetta del sindacato pubblico impiego CUB Veneto, all’indomani delle affermazioni della ministra Azzolina sulle riaperture.
«Secondo le linee guida ministeriali spetta agli enti locali la ricognizione degli spazi scolastici esistenti e l’individuazione di quelli nuovi necessari per garantire la sicurezza dei bambini e degli operatori, nonchè l’acquisto dei materiali nuovi vivamente consigliati per contrastare i contagi. Già…ma chi controlla se tutto ciò viene fatto? Le RSU e i RLS nella stragrande maggioranza degli enti locali non sono stati convocati per discutere di come riorganizzare i servizi per la prossima riapertura dell’anno educativo scolastico».
«Le linee guida ministeriali prevedono che si possano assegnare alle scuole spazi solitamente utilizzati per la cittadinanza: sarebbe quindi opportuno capire quali siano gli spazi individuati in ogni comune e quali saranno le misure intraprese per il cosiddetto distanziamento
nelle scuole dell’infanzia e nei nidi; quali siano in concreto lecosiddette considerazioni di carattere metodologico proprio perchè stiamo trattando di servizi delicatissimi rivolti all’infanzia. Le linee guida ministeriali sono alquanto generiche e scaricano sugli Enti locali molte decisioni – prosegue il comunicato -: non è chiaro, ad esempio, quali dovranno essere le misure organizzative ed orarie da intraprendere e come fare per assicurare i nuovi rapporti operatore/bambino. Del resto è impensabile istituire doppi turni o la gestione di nuovi spazi senza
l’assunzione di nuovo personale».
«Per quanto concerne poi la refezione scolastica non sono stati chiarite le modalità di erogazione dei pasti in sicurezza – spiega ancora il sindacato -. L’autunno prossimo sarà un banco di prova; le soluzioni che il Governo deve trovare per salvaguardare i servizi all’infanzia sono lo sblocco totale delle assunzioni, la stabilizzazione dei precari, la messa in sicurezza di strutture e impianti, l’internalizzazione – conclude la nota – dei servizi mensa appaltati ai privati».