La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome oggi 27 agosto ha dato il via libera alle “Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di Sars-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia”, predisposte da Istituto superiore di sanità, Ministero della Salute, ministero dell’Istruzione e Inail.
Ma l’imminente rientro a scuola post emergenza Coronavirus continua a tenere banco a livello nazionale e locale: abbiamo raccolto le riflessioni di tre politici vicentini che stanno vivendo in modo diretto la situazione, essendo di professione insegnanti. Per tutti e tre c’è da sbrogliare soprattutto la “matassa” trasporti.
La scledense Giulia Andrian è una dei candidati di punta del Partito Democratico per le elezioni del Consiglio regionale Veneto: “come ha riferito la viceministra Ascani – esordisce – in occasione del passaggio a Vicenza, le scuole riapriranno in sicurezza e con gli alunni in presenza. I dirigenti hanno lavorato tutta l’estate per valutare le dimensioni delle aule e la possibilità del distanziamento, togliendo arredi e accessori. Alle scuole superiori sarà organizzata anche la DAD alternata alla didattica in presenza, in modo che ci siano meno studenti. Il governo ha predisposto un protocollo da concordare con le Regioni, in modo che ci sia uniformità qualora un alunno, uno studente o un lavoratore della scuola risultino positivi al virus. Questo per evitare comportamenti differenziati da Regione a Regione, cosa che non sarebbe ammissibile”.
“Auspico – prosegue l’insegnante di Schio – che ci sia collaborazione tra tutti in un momento così delicato per il nostro Paese e non si usi la scuola come occasione di scontro elettorale. Farebbe male prima di tutto ai nostri bambini, ai ragazzi e alle loro famiglie. Spero che la Regione risolva quanto di sua competenza, ovvero il nodo dei trasporti, aumentando il parco macchine e le corse perché il problema del sovraffollamento dei trasporti c’era già prima e ora, per rispettare il distanziamento ci sarà bisogno di quell’investimento che era da tempo necessario. Le risorse ora ci sono, ma ricordiamo che sono stanziabili per un trasporto che tenga conto anche della sostenibilità ambientale. Il recente Piano Trasporti della Regione ha puntato ancora troppo sulla gomma, ma questo è il momento per cambiare rotta”.
Raffaele Colombara, civico di centrosinistra, è uno dei consiglieri comunali più conosciuti del capoluogo berico: “la scuola si è organizzata al meglio – spiega – ogni istituto ha cercato di ottemperare a quelle che erano le linee di indirizzo, con le soluzioni le più diverse, in un quadro che francamente è assai incerto”.
“Tuttavia – conclude il professore del Montagna – a mio avviso la questione principale è a monte e cioè quella dei trasporti: fintanto che abbiamo i ragazzi, specie alle superiori, che arrivano a scuola ammassati, magari dopo un’ora di viaggio, ogni azione messa in atto dalle scuole rischia di essere francamente di poca utilità”.
Infine interviene anche Massimo Follesa, che tra l’altro è stato ricoverato per covid in ospedale a Vicenza tra febbraio e marzo, e ora è in corsa per il “Veneto che Vogliamo” la lista del candidato presidente Lorenzoni, oltre che da anni arcigno oppositore della Superstrada Pedemontana: “la gestione del trasporto è un’altra fandonia efficentista della Lega che ha investito tutto nella mobilità privata, e adesso ci troviamo con pochi mezzi lasciati ai ceti meno abbienti del sistema lavoro e sociale, cioè per la scuola. Non capisco come mai in regione Veneto Luca Zaia e la sua giunta programmino rimborsi da 150 milioni all’anno minimo per la Spv per 39 anni e non capiscano che devono aumentare i mezzi pubblici almeno del doppio. Una emergenza è una emergenza, ma a scuola ci si deve andare senza contagiarsi, quindi aumentiamo fino alla capacità massima disponibile dei pullman, poi ragioniamo sui tempi di gestione. La logica dei bonus può e deve essedre reinderezzata sui trasporti pubblici e scolastici“.
“Le scuole vanno riaperte in sicurezza – continua l’insegnante di Trissino – ritengo che la questione non debba essere mascherina si o mascherina no, è troppo importante che la relazione educativa sia diretta e empatica con i ragazzi per attaccarsi a questa forma. La questione è se la Regione Veneto e Luca Zaia sono in grado di mettere in campo servizi provinciali di prevenzione e protezione degni di questo nome che assistano presidi e insegnanti nella gestione e controllo della prevenzione nelle scuole e sul campo”.
“Ricordo – conclude – che le classi pollaio sono frutto dei tagli della Gelmini in conseguenza della crisi del 2008. Adesso da questa crisi dobbiamo uscire investendo sulla scuola e sui suoi protagonisti, mettendolo a disposizione loro risorse e capacità“.
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