La Organizzazione Popolare Rivoluzionaria “Di sana e robusta Costituzione” ha portato all’ingresso dell’Ospedale San Bortolo di Vicenza la seconda tappa veneta (dopo quella all’ospedale Borgo Trento di Verona) del tour “Riapriamo le porte”, una serie di presidi sotto ospedali ed RSA dove le visite dei parenti sono ancora vietate o fortemente limitate. All’evento hanno aderito il sindacato CUB, il CLN Comitato di Liberazione Nazionale e l’associazione Io.
“L’ emergenza sanitaria è alle spalle – fanno notare gli organizzatori – ma nell’interregno tra pandemia e guerra, le misure restrittive si stanno cronicizzando nella nuova normalità. Il green pass ha dimostrato la sua fallacia scientifica, infatti il suo obbligo è decaduto ovunque, tranne che nelle strutture di cura dove il suo controllo è consuetudine ormai innestata nella pratica assistenziale quotidiana post Covid.”
Una delegazione di manifestanti è stata ricevuta dal direttore sanitario e dal direttore generale dell’Ulss 8. L’incontro è stato positivo perchè i dirigenti hanno accolto le richieste assicurando la deroga del controllo del lasciapassare sul fine vita e per i pazienti “fragili”, una verifica interna sulla difformità delle condotte professionali dei sanitari e una corsia preferenziale per segnalare congiuntamente alle direzioni generale e sanitaria le condotte professionali difformi o arbitrarie.
L’Operazione “Riapriamo le porte” proseguirà sotto altri ospedali italiani, per poi dirigersi verso la regione Lombardia e puntare al ministero della salute.
La Videointervista di Gianni Poggi con Raffaele Varvara presidente della Organizzazione Popolare Rivoluzionaria “Di sana e robusta Costituzione”