Ridipingere o ristrutturare il palazzo? Ognuno faccia il suo perchè Vicenza sia finalmente “città bellissima”

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Leggo una dichiarazione di Giovanni Toti, governatore della Liguria che recita (La Stampa): «Forza Italia ha bisogno di una profonda ristrutturazione. Pensare che possa essere rilanciata cambiando il simbolo e qualche faccia sarebbe come ridipingere un palazzo che ha i muri portanti lesionati…». La similitudine è stuzzicante e infatti genera delle reazioni. Ad esempio quella della vicepresidente della Camera, on. Mara Carfagna. Della sua opinione in merito traggo un solo passaggio che mi ha colpito.

Ed è quello in cui dice, con tono di rimprovero verso Toti, «... mentre il popolo di centrodestra e di Forza Italia si appresta a riconfermarci la fiducia già accordataci al primo turno da Vicenza a Catania, mi sembra un’operazione miope».

Mi esprimo solo per quanto riguarda la mia città, Vicenza, dove il contributo dato da Forza Italia al positivo risultato elettorale è stato certamente importante ma importanti sono stati anche gli altri contributi, perché tutti assieme hanno consegnato la vittoria al candidato Francesco Rucco, prima di tutti la sua compagine civica. Lo esprime molte bene l’Assessore regionale del Veneto Elena Donazzan dichiarando «i cittadini hanno premiato la lista civica del sindaco Rucco con il 25% dei consensi, quando Forza Italia ha raggiunto appena il 5%: pensare di intestarsi ora la vittoria è l’equivalente di offendere gli elettori che hanno scelto con piena consapevolezza.».

Potrei aggiungere anche mie personali considerazioni in merito a tutto questo da indipendente, ma me ne astengo salvo su di un punto, perché riguarda non la situazione generale di un partito, FI, che possiede senza dubbio gli strumenti prima per valutare la fase che sta attraversando e poi per definire le strategie che riterrà utili, ma un elemento che riguarda direttamente Vicenza e la vicenda elettorale.

Lo schieramento che si è formato attorno a Francesco Rucco è nato e si è sviluppato sull’idea autentica di un progetto civico e il lavoro di studio e approfondimento, sia sul piano della stesura programmatica, sia su quello della ricerca di candidature adeguate come di formule operative, è stata lunga, laboriosa, intensa e pure si è sviluppata su binari autonomi, destinati, a un certo punto ad incontrarsi, come poi è avvenuto. I partiti hanno avuto momenti diversi nel rapportarsi alla realtà civica.

Vi è stato chi ha aderito immediatamente e con piena lealtà, chi ha un po’ tentennato, chi ha molto tentennato. Proprio per questo trovo singolare la dichiarazione dell’on. Pierantonio Zanettin (Il Giornale di Vicenza) che la giornalista, che presumo sia Roberta Labruna (RO.LA.) interpreta come una richiesta di due assessori in una giunta che di componenti ne ha nove e quando la lista maggioritaria ha ottenuto circa il 25% dei suffragi e ben 10 consiglieri. Se si usasse il metro indicato dall’on. Zanettin, la lista su citata avrebbe riempito da sola la Sala della Giunta a Palazzo Trissino.

Rimane un’ultima cosa da dire. Costituita la Giunta, proclamato il Consiglio, avviata la legislatura, a parer mio è tempo di deporre le eventuali rivalse e di impegnarsi a far sì che, ognuno per la sua parte e per le sue capacità, per il ruolo che riveste, maggioranza e opposizione, i partiti e i movimenti si adoperino per far si che la nostra Vicenza sia veramente, finalmente, la «città bellissima».