Rifiuti Veneto, Legambiente chiede che venga approvato il Piano. “Rallentare l’iter significa nuove discariche e più incenerimento”

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Rifiuti (archivio)

Il Veneto è un’eccellenza per quanto riguarda la raccolta differenziata dei rifiuti ma non basta. Il rischio di aprire nuove discariche per smaltire il secco residuo è dietro l’angolo e per evitarlo è necessario che le performance di tutti i comuni del veneto diventino elevate. Per fare questo la strada è tracciata dall’aggiornamento del piano rifiuti del Veneto che con gli obiettivi dell’84% di raccolta differenziata, di 80kg di secco procapite, la creazione di una tariffa unica di smaltimento, l’applicazione della tariffazione puntuale (chi più produce più paga), i premi per chi fa bene e per chi ospita gli impianti consente di di dire stop a nuove discariche. Oggi sono quasi 300 i comuni veneti che devono migliorare le proprie performance entro il 2030 per raggiungere gli obiettivi previsti, il lavoro che si configura è quindi ampio e coinvolge il 45% della popolazione. Più tempo passa e meno gli strumenti, che l’aggiornamento di piano mette in pista, saranno utili al raggiungimento degli obiettivi.

L’aggiornamento del piano è pubblico dal 5 di novembre 2021 quando nel Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto è stata pubblicata la delibera di giunta 1458 del 25 ottobre 2021 che aggiorna il piano rifiuti esistente portando gli obiettivi al 2030. Ma la strada dell’aggiornamento al piano rifiuti è iniziata da molto prima con momenti di confronto che hanno coinvolto anche la nostra associazione assieme ai maggiori stakeholder sul tema. Un esempio di quanto la discussione sia stata intensa e pubblica è l’Ecoforum Veneto che Legambiente organizza da sei anni e dove grazie alla collaborazione e il dialogo tra consigli di bacino per la gestione dei rifiuti, comuni, consorzi, imprenditori che investono in innovazione nell’economia circolare, gestori della raccolta e parti sociali, assieme alla politica regionale più accorta a questi temi, si e costruito un percorso che ha portato Legambiente ha redarre nel 2020 le 12 proposte per il piano, proposte che, dopo un franco confronto con la regione, sono diventate base per l’aggiornamento degli obiettivi. La finalità era quella di rendere il piano sempre più ambizioso per affermare in tutto il Veneto il modello di eccellenza nazionale ed europea che oggi è già realtà in molti comuni della regione.

Durante l’edizione 2021 di Ecoforum vi è stato un ampio confronto tra politica, istituzioni, aziende e gestori, con il coinvolgimento anche del MITE che ha apprezzato e definito ambizioso modello da attuare e portare ad esempio per tutte le altre regioni.

Siamo sorpresi dalle dichiarazioni, a nostro avviso demagogiche, rilasciate dai consiglieri Ostanel e Lorenzoni che anziché comprendere la ratio del piano e provare a migliorare ulteriormente alcuni aspetti, sollevano cavilli procedurali che rischiano di ritardare di molto l’approvazione del piano”. – dichiara Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto – “Se il piano non verrà approvato in fretta, sarà difficile raggiungere gli obiettivi previsti e soprattutto il Veneto si vedrà costretto ad aprire nuove discariche per i rifiuti urbani ed aumentare l’incenerimento. Chi se ne assumerà la responsabilità? Chiediamo ai consiglieri di usare un po’ di buonsenso e di affrontare la discussione sul piano rifiuti nella commissione competente con rapidità per rendere efficaci gli strumenti previsti, per il bene comune di tutti”.