Riflessioni sulla scomparsa prematura della studentessa Diana Biondi, CNDDU: “Cosa può fare la scuola”

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Diana Biondi
Diana Biondi

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (qui altri contenuti del CNDDU) si associa alla commozione dei familiari e degli amici della studentessa Diana Biondi, scomparsa prematuramente, a soli 27 anni, e recentemente a Somma Vesuviana. La giovane si è tolta la vita probabilmente a ridosso di quello che avrebbe dovuto essere il giorno della sua mancata laurea. In realtà Diana avrebbe dovuto sostenere solamente l’esame di Latino, ma aveva dichiarato ai suoi cari di aver terminato e di dover recarsi in biblioteca per ritirare la tesi.

Da qui forse una crisi, un momento di fragilità estrema, che hanno indotto la ragazza a lanciarsi da un dirupo: volo tragico e fatale.

Oggi gli adolescenti vivono spesso fasi di solitudine e abbattimento morale; individuare segnali di disagio o difficoltà diventa prioritario; tuttavia diventa ancora più importante insegnare ai giovani il valore della comunicazione emotiva; i sentimenti soprattutto quelli “negativi” non vanno negati o repressi devono essere esternati ai propri familiari, agli educatori, in modo da trovare insieme una soluzione. A volte si muore proprio di “silenzio”; perché credi che non ti potranno capire, anzi ti giudicheranno un inetto rispetto a una debolezza rivelata.

Le pressioni sociali nei confronti dei giovani sono in certi casi insostenibili: il mito dell’efficienza, della bellezza da rincorrere con bisturi e diete; impegni sportivi e artistici estenuanti, da onorare magari con la media del dieci, non aiutano sicuramente chi presenta tratti caratteriali difformi da un simile profilo.

Per capire i giovani, come Diana Biondi, bisogna oggi storicizzarli nell’attualità in cui vivono; sono il “prodotto” delle generazioni precedenti, di una società che brucia il tempo libero ed è basata sulla competitività a tutti i costi. La violenza mediatica irrompe a tutte le ore, l’uso indiscriminato dei cellulari indebolisce la concentrazione e favorisce in alcuni casi l’isolamento sociale. La solitudine è probabilmente il male peggiore dei nostri ragazzi; per solitudine si perdono le speranze e per solitudine si possono commettere errori irrimediabili.

Il CNDDU lancia un appello ai docenti di ogni ordine e grado in funzione di una più attenta osservazione dei propri studenti per la costruzione di un dialogo reale finalizzato al superamento della solitudine affettiva / emozionale, affiancati, nel caso in cui se ne palesasse la necessità, da figure professionali apposite, che in diversi istituti ormai sono fortunatamente presenti a supporto della qualità dell’offerta formativa e del benessere degli studenti.

prof. Romano Pesavento

presidente CNDDU