Riforma CSM, Meritocrazia Italia: “si punti sul merito e non sulle correnti”

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E’ da anni che si parla di riforma della Giustizia e con essa di riforma del Consiglio Superiore della Magistratura. Dopo tanto discutere sembra che questo argomento “bruci” al solo pensiero, rendendo ogni proposta una velleità. E’ giunto il momento di dare valore alla Magistratura dei meriti, a quei Giudici che conoscono il sacrificio e la responsabilità del loro lavoro a cui dedicano ogni energia – afferma nel comunicato che pubblichiamo il presidente Walter Mauriello di  Meritocrazia Italia (qui le altre note su ViPiù.it dell’associazione, ndr).

E’ sempre stato errato l’assunto per cui la riforma del CSM sarebbe volta ad indebolire l’Organo Giudiziario.

Non è così e non deve essere così.

Andrebbe valorizzata la carriera del Magistrato, non come esaltazione del curriculum da parte dei propri colleghi, ma attraverso dati non confutabili, quali ad esempio la percentuale di riforma dei propri provvedimenti (per la magistratura giudicate) ovvero la conferma della condanna dei presunti rei (per quella inquirente).

Si creerebbe così uno schema reale di gerarchia delle toghe, evitando lo sviluppo della fase politicizzata nelle correnti che potrebbero avvantaggiare alcuni soggetti meno meritevoli, a discapito di altri.

Certo è che le correnti all’interno della magistratura rappresentano, comunque, momenti importanti di confronto e di crescita e non per questo andrebbero avversate se si riuscisse ad eliminare il risvolto politico delle elezioni al CSM e con esso le Nomine per gli incarichi direttivi. E’ compito del legislatore intervenire per sedare la parte politicizzata di progressione delle carriere dei Magistrati avvantaggiando le competenze e la reale prestazione. Sarebbe indispensabile, quindi, progettare un sistema di elezione che premi il merito rispetto all’appartenenza.

Meritocrazia Italia ha già avanzato il dettaglio di una riforma del CSM che contempli l’elezione a sorte dei componenti, tra soggetti rientranti in una lista di selezione per meriti, composta sulla base dei seguenti requisiti:

    1. Anzianità di servizio continuativa minima di 10 anni;

 

    1. Aver ricoperto ruoli semi direttivi e direttivi;

 

    1. Aver ottenuto una percentuale di riforma delle proprie sentenze non superiore al 20% del totale dei provvedimenti emessi in un anno giudiziario (per la magistratura giudicante), con medesimo, speculare meccanismo per le percentuali di assoluzione del presunto reo con formula piena (per la magistratura inquirente);

 

    Non aver ricevuto negli ultimi 5 anni sanzioni disciplinari;

Fondamentale, inoltre:

– attuare la riforma della separazione delle carriere dei magistrati (giudicante e inquirente), con garanzie di autonomia e indipendenza per entrambe, sin dalla fase concorsuale;

– dare effettività all’art. 6 del Codice Etico della Magistratura, imponendo a magistrati e operatori della giustizia di astenersi dal partecipare e rendere dichiarazioni in trasmissioni televisive, al fine di non compromettere il corretto svolgimento della funzione giudiziaria, con inutile spettacolarizzazione e svilimento della loro attività;

Si chiede al Governo, nella persona del Ministro della Giustizia, ed alla intera classe politica un intervento serio che possa riaccordare al potere giudiziario il prestigio e l’autorevolezza che la Costituzione gli attribuisce.

 Il Presidente Walter Mauriello