“C’è un approccio errato alla base della riforma, cioè l’idea secondo cui il tempo eccessivo attualmente impiegato per la celebrazione in giudizio in appello e in Cassazione è correlato alla scarsa produttività dei magistrati”. Lo ha detto Nicola Gratteri, procuratore di Catanzaro, in audizione in commissione Giustizia alla Camera sul ddl Penale. “Questo dato di partenza è frutto della non conoscenza di due dati. Si ignora anzitutto che già adesso i magistrati sono indotti a celebrare i processi rispettando determinati termini analoghi a quelli previsti dalla riforma per non incorrere in responsabilità disciplinari ed eventualmente contabili; inoltre, tutte le statistiche elaborate dalle commissioni internazionali e indipendenti sulla giustizia attestano che i magistrati italiani, anche quelli dei gradi superiori, sono i più produttivi in Europa, ossia quelli che concludono più procedimenti e scrivono più sentenze”, ha aggiunto.
“Le stesse statistiche dicono anche che i giudizi in Italia sono quelli che durano di più e il motivo è facilmente comprensibile esaminando il numero dei procedimenti che ogni anno i magistrati italiani devono gestire rispetto ai propri colleghi europei. In relazione ai processi di impugnazioni, ogni anno vengono proposti il doppio degli appelli proposti in Spagna e il triplo di quelli in Francia. Per quanto riguarda la Cassazione, si arriva persino al numero di ricorsi in Italia pari a 10 volte quelli di altri Paesi europei”, ha concluso.
Fonte Public Policy