Di seguito la dichiarazione di voto in Parlamento di Pierantonio Zanettin sulla Relazione sullo stato della giustizia del Ministro Bonafede
Onorevole Ministro Bonafede, Forza Italia non condivide la sua relazione sullo stato della giustizia, che appare assai fredda e burocratica e voterà conseguentemente contro la risoluzione di maggioranza. La sua relazione, signor Ministro, certifica il fallimento dell’azione di Governo sui temi della giustizia, così come le elezioni di domenica scorsa hanno certificato il fallimento di due anni di Governo nazionale a guida MoVimento 5 Stelle. È sufficiente rileggere, come chi parla ha fatto, la sua relazione dell’anno scorso farcita di proclami autocelebrativi e propagandistici e confrontarla con quella da lei pronunciata stamattina per verificare che nessuno degli ambiziosi progetti a suo tempo enunciati si è minimamente concretizzato. Ma è sul piano politico che il fallimento è più eclatante. Questa relazione si colloca proprio nel pieno del dibattito sulla prescrizione. La riforma da lei voluta, Ministro, è uno dei frutti più aberranti di questa stagione giustizialista e “manettara” che speriamo possa essere cancellata in fretta dopo il voto di domenica e il flop del MoVimento 5 Stelle.
Proprio mentre in questo luogo c’è questo dibattito qui di fronte, nella Sala Capranichetta, su impulso dell’Unione camere penali si è riunita la migliore accademia italiana. I presenti appartengono ai più disparati orientamenti politici, non sono certamente dei corifei del centrodestra e sono scesi oggi a Roma per contestare il blocco della prescrizione da lei introdotto e che lei così pervicacemente difende. Qualcuno della maggioranza dovrebbe andare ad ascoltarli. Del resto lei stesso, Ministro Bonafede, a suo tempo – lo scorso anno, in occasione proprio dell’approvazione della “Spazzacorrotti” – aveva riconosciuto che il nuovo testo della prescrizione poteva reggere soltanto insieme a una riforma epocale della giustizia penale ma finora di questa riforma epocale si sono perse le tracce. Il 1° gennaio di quest’anno il blocco della prescrizione si è abbattuto su corti di appello già prostrate dalle croniche carenze di personale amministrativo e di magistrati.
Il Ministro Bonafede anche oggi ha enfatizzato l’aumento della pianta organica dei magistrati per 600 unità. Ormai questo è un ritornello che ripete in ogni occasione. A mia volta da questi banchi non mi stancherò di ripetere che si tratta di un aumento di organico solo tabellare, quindi teorico. È una misura virtuale e, se vogliamo, propagandistica. Allo stato dopo il varo di queste nuove piante organiche in concreto finiranno per aumentare solo le percentuali di scopertura degli uffici. La differenza la fanno solo le nuove assunzioni di magistrati e non i posti tabellari e su questo piano l’operato del Ministro Bonafede appare addirittura meno efficace dei suoi predecessori (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Lo dimostra, Ministro, in particolare l’imbarazzante gaffe che ha riguardato i vincitori del concorso in magistratura indetto nel 2018. Questi hanno dovuto attendere il 1° gennaio di quest’anno per essere assunti, con un ritardo di mesi, un ritardo senza precedenti nella storia della magistratura italiana – dato certificato dal Consiglio superiore della magistratura – perché qualcuno al Ministero si era dimenticato di prevedere la copertura finanziaria nel 2019. E non mi stancherò di dire anche all’onorevole Bazoli che aumentare l’organico tabellare è un provvedimento agevole da attuare e non costa niente in termini di copertura finanziaria. È facile da spacciare sui social ai non addetti ai lavori come riforma epocale. In prospettiva Ministro – lei lo sa – avrà anche un effetto negativo sugli uffici giudiziari perché nel momento in cui saranno aperti gli interpelli per le nuove sedi vacanti si verificherà una migrazione di magistrati dalle sedi più disagiate verso gli uffici giudiziari di maggiori dimensioni e meglio organizzati.
La vera svolta il Ministro dovrebbe attuarla, invece, sul fronte dei concorsi per l’accesso alla magistratura, ma su questo fronte i numeri parlano chiaro: i posti messi a concorso dal Ministro Bonafede sono inferiori alla media degli ultimi anni. Con il concorso 2019 sono banditi solo 310 posti. Qui mi rivolgo anche all’onorevole Bazoli che prima diceva che ci sono già coperture per concorsi già banditi ma in realtà di bandito c’è solo il concorso 2019 per 310 posti. L’anno scorso il concorso era stato bandito per 330 posti. Sono numeri sensibilmente in calo rispetto agli anni precedenti. Il concorso 2017 era stato bandito per 320 posti ma nel 2016 i posti banditi erano stati invece 360 e altrettanti erano stati quelli del concorso del 2015. Poco fa, Ministro, lei replicando al collega Sisto ha affermato che i Governi Berlusconi non avevano fatto il loro dovere a tale proposito. Io invece la smentisco anche qui con dati precisi, come è mio costume fare. Il Governo Berlusconi con il concorso 2009 aveva bandito 350 posti e 360 con il concorso 2010 (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) mentre lei per il 2019 ne ha banditi solo 310 (questo è il dato ufficiale). Sono dati inconfutabili questi che ho appena citato che denotano il fallimento dei suoi vuoti proclami (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
I numeri da lei programmati garantiscono poco più del turnover. Non a caso – anche qui i dati sono certificati – il numero dei magistrati in organico effettivo, cioè quelli effettivamente in servizio, è rimasto pressoché immutato tra il 2018 e il 2019. Se davvero si volevano ottenere risultati immediati, si poteva lavorare su due fronti, che già nei miei precedenti interventi ho inutilmente segnalato al Ministro: da una parte, si potrebbe aumentare l’età pensionabile dei magistrati. Com’è noto, i giudici sono fra quei funzionari pubblici che volentieri resterebbero al lavoro oltre il settantesimo anno di età. Questa misura avrebbe anche un effetto positivo per i magistrati che hanno iniziato il loro lavoro negli ultimi decenni, perché si è sensibilmente alzata l’età dei vincitori di concorso e taluno ha anche dei problemi a raggiungere poi, con il settantesimo anno, il perfezionamento della pensione. Se si varasse tale misura, si potrebbero agevolmente trattenere in servizio i magistrati esperti e i neoassunti potrebbero andare a coprire effettivi vuoti di organico. Per garantire maggiori risorse agli uffici giudiziari si poteva anche mettere mano alla riforma della magistratura onoraria: i tre impegni giornalieri previsti dalla riforma Orlando sono in effetti disfunzionali per l’esercizio della giurisdizione. Sarebbe sufficiente portare ad almeno quattro gli impegni giornalieri per i giudici onorari, per garantire immediatamente risorse umane aggiuntive negli uffici giudiziari. Quando era all’opposizione, Ministro Bonafede, sui temi della magistratura onoraria ascoltava tutti i giorni le associazioni, promettendo loro anche la stabilizzazione (ecco, questo è un obiettivo assai arduo da raggiungere, tenuto conto del disposto della Costituzione, che prevede il concorso); ora che però si è insediato in via Arenula ha dimenticato tutte quelle promesse e non attua neppure i propositi più facili e fattibili.
Il progetto di riforma del processo penale che trapela dalle stanze del Governo non può che preoccupare. I tempi ridotti per la celebrazione dei processi si vorrebbero ottenere a scapito delle garanzie dei cittadini, attenuando i diritti di difesa, limitando le impugnazioni, violando il contraddittorio e i principi di collegialità e di oralità dei processi. Sono indiscrezioni che allarmano molto i garantisti. Ministro Bonafede, io oggi la inviterei a leggere l’intervista che è pubblicata su Il dubbio di Paola Balducci. Paola Balducci è una ex parlamentare, docente universitaria di diritto penale alla Luiss, è stata anche al Consiglio Superiore della Magistratura e certamente non appartiene allo schieramento del centrodestra. Ecco, Paola Balducci esprime severe critiche alle proposte di riforma del processo penale che lei sta portando avanti proprio sotto il profilo del garantismo. Anche l’Associazione Nazionale Magistrati, che in una prima fase aveva dato il proprio via libera sostanziale, nelle ultime settimane si è resa conto che la riforma da lei proposta, Ministro, priva di risorse vere ed autentiche – mi accingo alla conclusione Presidente, ho visto che è stato paziente con molti colleghi, vorrei che altrettanta pazienza forse riservata al sottoscritto – per il ritardo nella pubblicazione delle sentenze nei termini di fase.
Oggi le carenze del personale amministrativo negli uffici giudiziari superano di gran lunga il 30 per cento. Le assunzioni nel comparto che lei ha annunciato sono sicuramente utili, sono manna dal cielo, però non sono certamente sufficienti per ovviare a carenze così eclatanti e strutturali. Per un intervento immediato, lo hanno già detto, sarebbe opportuno scorrere le graduatorie degli idonei dei concorsi già espletati. Ma se anche si aumenta il numero dei magistrati in servizio e non c’è in tribunale il cancelliere che scarica e pubblica le sentenze, siamo punto a capo e quindi il rischio delle azioni disciplinari nei confronti dei magistrati è che, a fronte delle ventilate e proposte azioni disciplinari, i magistrati, come dire, siano pronti ad emettere sentenze scritte frettolosamente solo per rispettare il termine di fase. Quindi non posso che confermarle quanto le ho già anticipato: confermo che Forza Italia voterà contro la risoluzione di maggioranza e voterà invece la risoluzione a prima firma Molinari e Gelmini.
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