Riforma processo civile, Aduc: via la sindrome da alienazione parentale che toglieva i figli alle madri sottoposte a violenza

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La cosiddetta sindrome da alienazione parentale (Pas) o della “Madre malevola” – argomentano nella nota che pubblichiamo l’Avv. Sara Astorino e della Dott.ssa Iolanda Astorino dell’associazione Aduc (qui altre note Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr) – in base alla quale, in passato, nei processi di separazione e divorzio i figli minori venivano sottratti alla madre non potrà più essere utilizzata nei Tribunali Italiani grazie alla proposta di riforma del processo civile. E’ stato grazie ad un emendamento delle senatrici della Commissione d’inchiesta sul femminicidio presieduta da Valeria Valente.

Perché è stato necessario?

Leggiamo la presentazione dell’emendamento: “una donna subisce violenza per anni e a un certo punto, anche per tutelare i figli, decide di porre fine civilmente a quella relazione. L’uomo si sente attaccato e reagisce con lo strumento più forte, l’uso dei figli. Quando il figlio rifiuta di vedere il padre, questo su suggerimento dell’avvocato accusa la madre di alienazione parentale, e alla donna vengono sottratti i figli, che lei voleva tutelare dalla violenza”.

Si ricorreva alla PAS sostenendo che il figlio minore non voleva vedere il padre non per mancanze o cattiva condotta dello stesso ma per l’odio inculcatogli dalla madre. Precisazione: alla pas ricorreva sia il padre che la madre. Preoccupano le percentuali.

Cosa prevede la riforma

Se un minore rifiuta di incontrare un genitore non ci si affida più ad un consulente ma “il giudice, personalmente, sentito il minore e assunta ogni informazione ritenuta necessaria, accerta con urgenza le cause del rifiuto”.

Il giudice viene responsabilizzato considerando che deve valutare il superiore interesse del minore.

Il giudice, infatti “assume i provvedimenti nel superiore interesse del minore, tenendo conto – nella determinazione dell’affidamento dei figli e degli incontri con i figli- di eventuali episodi di violenza. In ogni caso, viene garantito che gli eventuali incontri tra i genitori e il figlio siano, se necessario, accompagnati dai servizi sociali e non compromettano la sicurezza della vittima”.

Questo aumento di responsabilità ed anche l’eliminazione della PAS dai Tribunali dipende, o comunque è intimamente connessa, ad un’ordinanza emessa dalla Corte di Cassazione, https://www.blmagazine.it/sindrome-da-alienazione-parentale-pas-la-corte-di-cassazione-riconferma-il-proprio-no/?fbclid=IwAR1osaC1GXDA-nxEqZ63-AYJ3hvud_iIeop4ZhBNVdurRfYE_a2VhTLb4Ms

Inoltre il decreto rende più incisivi gli strumenti della repressione penale dei fenomeni di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e di atti persecutori.

Inchiesta sul femminicidio

L’emendamento – non a caso voluto dalla Commissione Parlamentare di inchiesta sul femminicidio – ha bocciato i Tribunali Civili ché nelle loro decisioni per l’affido dei minori durante le separazioni, la violenza è letta come “conflittualità”, negando giustizia alle donne che denunciano maltrattamenti.

La giudice Maria Monteleone, durante la presentazione dei lavori della Commissione, ha denunciato “la totale invisibilità della violenza contro le donne nei tribunali civili” quale “segno di arretratezza e di sottovalutazione del fenomeno”.

E’ stato anche evidenziato che i tribunali civili, per i minorenni, non citano mai la Convenzione di Istabul, e ciò determina che nell’88,9% dei casi al Tribunale ordinario e nel 51,9% dei casi al Tribunale per i minorenni, è stato disposto l’affidamento condiviso tra genitori anche in presenza di denunce, referti, misure cautelari emesse in sede penale, decreti di rinvio a giudizio, sentenze di condanna e relazioni del centri antiviolenza.

Molte criticità sono emerse anche nell’elaborazione dei quesiti sottoposti ai CTU, posto che nell’83% dei casi non sono definiti in base al caso in esame, e nel 94% dei casi non sono poste domande sulla violenza subita e/o assistita.

Si tratta cioè di quesiti che indagano quello che i magistrati ritengono essere un conflitto tra genitori e non una situazione di violenza.

Il 74,1% delle avvocate dichiara che l’alienazione parentale (Pas), o altri comportamenti manipolatori da parte della madre, sono citati nelle relazioni delle Ctu.

(fonte delle percentuali: https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/07/16/la-commissione-sul-femminicidio-boccia-loperato-dei-tribunali-civili-e-la-nostra-ricerca-lo-conferma/6264126/

A cura dell’Avv. Sara Astorino e della Dott.ssa Iolanda Astorino