L’imputato che, a seguito di processo penale, risulti assolto “con sentenza definitiva perché il fatto non sussiste, perché non ha commesso il fatto, perché il fatto non costituisce reato o non è previsto dalla legge come reato”, ha diritto al rimborso delle spese legali sostenute per la difesa nel processo fino alla concorrenza di 8 mila euro. Lo prevede un emendamento alla manovra, riformulato dai relatori, approvato in commissione Bilancio alla Camera.
“Il rimborso – prevede la norma – sarà ripartito in tre quote annuali di pari importo, a partire dall’anno successivo all’assoluzione definitiva. La detrazione deve essere documentata dalla fattura dell’avvocato, con espressa indicazione causale e dell’avvenuto pagamento, corredata da parere di congruità del competente Consiglio dell’ordine degli avvocati, nonché dall’attestazione di cancelleria della irrevocabilità della sentenza di assoluzione. Il rimborso non si applica a questi casi: assoluzione da uno o più capi di imputazione e condanna per altri reati; estinzione del reato per intervenuta amnistia o prescrizione, intervenuta depenalizzazione della condotta. (Fonte Public Policy)
“Il principio del rimborso da parte dello Stato delle spese legali sostenute dall’imputato assolto
con formula piena – inserito in legge di bilancio grazie all’approvazione degli emendamenti Zanettin e Costa – rappresenta una vera e propria rivoluzione – è il commento affidato a una nota di Maria Stella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera -. Finalmente il Parlamento interviene con una misura garantista – ispirata dalla cultura giuridica del presidente Berlusconi e di Forza Italia – e di buon senso che andrà a sanare, almeno in parte, tante situazioni assurde che purtroppo ancora oggi si verificano nel nostro Paese .Un ringraziamento particolare a Pierantonio Zanettin, a Giusi Bartolozzi, a Francesco Paolo Sisto e a tutti membri azzurri della Commissione Giustizia della Camera. Avete scritto una bella pagina di storia parlamentare”.