“Quando si parla di rinnovi riguardanti le figure istituzionali è sacrosanto mettere da parte le logiche partitiche e legare le decisioni esclusivamente alla valutazione del lavoro svolto. Così è accaduto in questa tornata di metà legislatura. Ogni altra lettura, così come ho avuto modo di rilevare oggi leggendo i giornali, la ritengo fuorviante perché agli antipodi da ciò che penso. Smentisco in questo senso l’interpretazione data da alcune testate”. A dirlo è il consigliere regionale del Partito Democratico, Jonatan Montanariello, che prende posizione sulla vicenda dei rinnovi istituzionali in seno a Palazzo Ferro-Fini.
Ieri, infatti, sono stati confermati i presidenti delle sei Commissioni permanenti del Consiglio della Regione del Veneto (leggi qui). l’Assemblea legislativa si era riunita per il rinnovo dei rispettivi uffici di presidenza a trenta mesi dalla loro costituzione.
Già in altre recenti occasioni, appuntamenti come questo sono stati vissuti come occasione per riequilibrare le forze di maggioranza, con Fratelli d’Italia a reclamare più peso (leggi qui). Ma ha fatto discutere ciò che è successo per la Seconda Commissione, territorio, infrastrutture, trasporti e lavori pubblici, ambiente, difesa del suolo, cave, torbiere e miniere.
Secondo quanto ricostruito da alcuni media, i consiglieri del Partito democratico avevano l’ordine del partito di non votare i componenti della maggioranza, ma l’astensione programmata non si è verificata nel caso di Joe Formaggio di Fratelli d’Italia, riconfermato segretario della commissione all’unanimità grazie ai 3 voti di consiglieri di centrosinistra: Montanariello, appunto, Zanoni e Lorenzoni.
Assurdo, insomma, se poi si pensa che il diretto interessato dall’inaspettato voto è finito poco tempo fa nella bufera per le accuse di molestie sessuali al suo indirizzo della consigliera leghista Milena Cecchetto (ne abbiamo scritto qui).
“Il giudizio politico espresso sul consigliere Joe Formaggio dal sottoscritto – si è difeso Montanariello -, all’indomani del caso che lo ha visto di recente al centro delle cronache, è stato pubblico e di condanna netta. Una posizione che confermo e che, come gruppo, ci ha portati convintamente a votare la censura nei suoi confronti.
In riferimento poi al M5s, i fatti dimostrano che il rapporto è di quotidiano e costruttivo dialogo, nell’ottica della compattezza di squadra tra tutte le forze di opposizione. Lungi da me prefigurare, come invece emerge, scenari di conflittualità.
In Seconda Commissione – precisa ancora Montanariello – così come in altre Commissioni, la collaborazione trasversale è espressione di una visione di proseguimento di un percorso avviato. Ribadisco che ogni altra interpretazione di quel voto, espresso dall’unanimità delle minoranze, sia distante dalla realtà e da ogni forma di pensiero che riguarda il sottoscritto”, conclude Montanariello.