Una nuova settimana di trattative, una nuova seduta contrattuale con l’obiettivo, comune, di arrivare il prima possibile a un documento che rappresenti l’attesa svolta per il CCNL – si legge nella nota che pubblichiamo del sindacato Nursing Up (qui altre news su ViPiu.it, ndr) -.
Il primo punto da toccare riguarda ancora una volta l’atto di indirizzo del Comitato di Settore. La speranza è che si possa essere vicini allo stanziamento delle risorse aggiuntive senza le quali questo contratto non avrebbe la “stura” per andare avanti.
In secondo luogo, registriamo, nell’ambito di questa seduta ci si e’ concentrati sul rapporto di lavoro.
Nursing Up come sempre tiene fede, con coerenza, alle proprie richieste già espresse, e ci tiene ad informare, come ha fatto fin ora dopo ogni seduta, la stampa e la collettività, sugli argomenti principali all’ordine del giorno, molti dei quali stanno a confermare che il nostro sindacato, pur mantenendo una posizione di equilibrio e di ampia disponibilità al dialogo tra le parti, non intende arretrare su determinati contenuti che riguardano strettamente il complesso ma indispensabile percorso di valorizzazione dei nostri infermieri, legato indiscutibilmente a questo contratto.
Questi sono alcuni dei principali aspetti dei quali si è discusso:
– La bozza prevede che, in caso di assenza dal lavoro, al dipendente venga riconosciuto un orario giornaliero pari alla misura dello orario convenzionale. Per noi deve essere riconosciuto un orario coincidente con la reale durata del servizio che il singolo dipendente avrebbe dovuto effettuare secondo la programmazione aziendale posta.
– La bozza prevede, ancora, 15 minuti, come tempo dedicato alla vestizione ed al passaggio di consegne. Tale termine è risibile, non è funzionale ne alla vestizione, tantomeno al passaggio delle consegne. Nursing Up insiste perché venga aumentato, tenendo conto delle particolari situazioni dove, la particolare tipologia di servizio (vedi reparti Covid e/o di malattie infettive in genere), richiede l’utilizzo di dispositivi di protezione particolari ed ulteriori rispetto alla divisa.
– La nuova bozza prevede che il numero massimo di turni di pronta disponibilità effettuabili dal dipendente passi a 6 a 10 al mese. Nursing Up contesta fortemente tale incremento per le ovvie ragioni legate alla insostenibilità di cicli di lavoro così organizzati.
– Festivi infrasettimanali, questione ormai più che nota: il documento ARAN insiste nel prevedere una formulazione della norma che esclude il personale turnista dai benefici previsti per gli altri dipendenti. Nursing Up si è opposto fortemente.
– Pagamento lavoro straordinario arretrato. L’ARAN ha inserito, come richiesto dalla delegazione Nursing Up , il richiamo al doveroso pagamento degli straordinari, in alternativa al recupero chiesto dal dipendente che non aderisce alla banca della ore, ed il ritorno al vecchio logaritmo per il calcolo dello straordinario, con relative maggiorazioni in caso di lavoro festivo e/o notturno. Nursing Up non ritiene condivisibile in alcun modo, e quindi ne ha chiesto la cancellazione, la norma che darebbe alle aziende sanitarie, decorso l’attuale periodo di 4 mesi per il recupero dello straordinario prestato dal dipendente, la possibilità di deferire “sine die”, tali recuperi. Questa norma ipotizzata deve essere cancellata!
– Nursing Up ha chiesto che al dipendente vincitore di concorso presso altra azienda o ente anche di diverso comparto, venga riconosciuto il diritto di vedersi conservato il posto di lavoro cosicché, in caso di mancato superamento del periodo di prova, egli possa essere reintegrato nel proprio lavoro. In sostanza, abbiamo chiesto di estendere a chi vince un concorso presso altra amministrazione, le stesse garanzie previste per chi proviene dalla stessa azienda o ente.
– Sulla formazione, Nursing Up insiste nel chiedere un abbattimento del debito orario del dipendente, pari ad almeno 2 ore a settimana, da dedicare alle iniziative di formazione di proprio interesse.
Da ultimo diamo conto che potremmo essere ormai vicini all’atteso placet tra Ministero dell’Economia e Regioni, che dovrebbe sbloccare (in quali termini non ancora ci è dato di saperlo) l’atteso atto di indirizzo del Comitato di Settore.