L’impatto dell’emergenza Covid è stato forte sulle imprese venete che vedono nella recessione la principale sfida dei prossimi 12 mesi. È quanto emerge dai dati dell’European Payment Report (EPR) di Intrum, il principale operatore europeo nei credit services che ha intervistato più di 11.000 imprese di 29 paesi europei. Non manca la voglia di reagire da parte del tessuto imprenditoriale: la maggioranza delle aziende intervistate (66% in Veneto contro il 49% di media in Italia) ritiene positivo l’impatto della campagna di vaccinazione sulla performance aziendale e sono mediamente il 30% dei manager coinvolti in regione contro il 20% a livello Italia che hanno visto una diminuzione delle perdite sui crediti nel 2020 anche rispetto al 2019.
In Veneto il 46% dei pagamenti dal settore pubblico viene effettuato fra i 31 e i 50 giorni (il 31% di media invece in Italia) meglio che nel resto del Paese, mentre il 40% dei clienti consumer salda tra 21 e 30 giorni. Oscillano fra 31 e 50 giorni di attesa anche la maggioranza dei pagamenti tra imprese (“corporate”) in regione.
L’EPR di Intrum ha cercato di indagare anche in quanto tempo manager e imprenditori veneti stimano che la regione possa diventare “cashless”, ossia quando farà ricorso esclusivamente alla moneta elettronica: secondo il 55% ci si impiegherà 10 anni, ma il 28% è ancora più pessimista e non pensa ci si arriverà mai.
“A tutti i livelli – ha commentato in un comunicato Antonio Rabossi, Operations Director di Intrum Italy – le aziende sono concordi nel ritenere la sana gestione del credito l’elemento chiave per la ripresa economica nella fase post-pandemica. Una sana gestione del credito investe l’impresa di un ruolo sociale: per il 67% delle aziende italiane (69% in Europa) che abbiamo intervistato, il pagamento dei fornitori nei tempi concordati è una delle componenti della responsabilità sociale d’impresa”.