Restituire Campo Marzo alla sua città per saldare una frattura che è in corso da diversi anni e che non si è mai risolta davvero considerando che, insieme alla Basilica di Monte Berico, Campo Marzo è uno dei principali luoghi simbolo della provincia di Vicenza, in particolare a livello di storia di un popolo. Si parte quindi dalla tradizione per aggiornare il volto del più importante parco cittadino.
Una tradizione che, nei secoli, lo ha visto come il luogo della parte ludica e paesaggistica delle nostre abitudini, per arrivare ad una versione che parli la lingua della modernità e ne metta a disposizione gli strumenti.
Un Campo Marzo che diventa centrale nelle abitudini dei cittadini e dei turisti, il luogo che invita ad essere attraversato, non quello da evitare. Il punto di ritrovo e di passeggio sicuro, protetto, di tutti che tutti desideriamo, ma allo stesso tempo un punto nevralgico dello sviluppo futuro della città. L’attenzione ai cittadini valorizzandone la storia e innovandone le funzioni è la chiave di volta della rifioritura dell’area. E proprio in questo senso è stata pensata la riprogettazione di piazzale De Gasperi.
Nel bilancio previsionale 2021 del Comune di Vicenza è già stato inserito ed approvato in consiglio comunale un capitolo di spesa di 900 mila euro per il primo stralcio del progetto che mira a creare un grande quartiere verde che comprende l’area antistante la stazione, viale Roma, le due zone verdi, l’area nei pressi dell’hotel, la passeggiata lungo la Seriola, viale Verdi e piazzale De Gasperi.
E proprio questa area sarà oggetto del primo, concreto, intervento di rifacimento. “La visione futura della città parte proprio dalla rinascita di Campo Marzo – annuncia il sindaco di Vicenza Francesco Rucco – e con questo incarico vogliamo dare un segnale forte della nostra volontà di restituire un luogo caro a tutti i cittadini. Scendendo lungo corso Palladio, una volta giunti in piazza Castello si potrà proseguire verso una nuova piazza. Il rinnovato piazzale De Gasperi, che avrà la funzione di valorizzare porta Castello, l’accesso alla città alto medievale, collegando il centro storico con il quartiere verde di Campo Marzo. Politica vuol dire realizzare, diceva De Gasperi, e crediamo che lo sviluppo di Campo Marzo e della città avvenga proprio realizzando quelle opere necessarie per riconnettere gli elementi urbanistici architettonici esistenti in un nuovo quartiere funzionale alla vita dei cittadini”.
A dare il là concreto all’opera, che avrà un costo complessivo di 900 mila euro di cui 640 mila per lavori, è l’avvio, da parte del Rup, di una indagine di mercato sul Mepa per l’affidamento della progettazione di fattibilità tecnico-economica, definitiva, esecutiva, direzione lavori, contabilità, certificazione della regolare esecuzione, coordinamento della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione dei lavori.
Gli obiettivi principali sono la connessione fisica dei due spazi verdi del giardino Salvi e di Campo Marzo e restituire all’uso quotidiano l’accesso alla città dando più spazio ai marciapiedi e alla mobilità lenta, valorizzando lo spazio di fronte all’arco di accesso al giardino Salvi. Il progetto dovrà affrontare alcuni temi strategici come un accurato ridisegno della pavimentazione anche con la predisposizione di reti tecnologiche, la rielaborazione funzionale ed architettonica della parte centrale dell’invaso che garantisca un’adeguata organizzazione della mobilità e la rimozione dell’attuale fontana che dovrà essere riproposta come lama d’acqua sul sedime dell’alveo della roggia Seriola.
Saranno importanti anche la riconfigurazione di fioriere, sedute ed elementi di arredo urbano nonché la previsione di un particolare assetto illumino-tecnico, che valorizzi l’ambito contribuendo, nel contempo, alla ricomposizione spaziale e percettiva dell’invaso. Il compenso totale, comprese spese ed oneri accessori, è di 68.545,25 euro con aggiudicazione all’operatore che avrà presentato la miglior offerta economica. I tempi concessi per la progettazione sono 30 giorni per lo studio di fattibilità ed ulteriori 45 per quella definitiva/esecutiva, mentre i tempi previsti per la realizzazione dell’opera non dovrebbero superare i sei mesi. Anche se l’ambito di intervento non rientra nel perimetro delle aree ad alto rischio archeologico, la progettazione dell’intervento dovrà ottenere i pareri della competente Soprintendenza.