Riqualificazione e rilancio trasporti Sud, Meritocrazia Italia: La strategia del settore turistico

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La scelta di puntare sul turismo ai fini della ripresa economica potrebbe rappresentare un primo passo verso un approccio ispirato a pianificazione.

Ogni turista è prima di tutto un viaggiatore. E ogni viaggiatore ha la necessità di raggiungere la meta desiderata nel miglior modo possibile e nel minor tempo possibile. Una carta vincente può essere quella di predisporre sistemi che consentano di condurre in città d’arte e altri luoghi turistici consentendo di godere del contesto storico, artistico e paesaggistico che offre l’Italia prima di tantissimi altri Paesi – si legge nel comunicato che pubblichiamo di   Meritocrazia Italia (qui le altre note su ViPiù.it dell’associazione, ndr) -.

Il Piano straordinario della Mobilità Turistica dovrebbe rispondere proprio alle esigenze di mobilità, di connessione fisica e digitale e di sostenibilità ambientale dei viaggiatori-turisti in Italia.

Già il documento ministeriale ‘Connettere l’Italia’, allegato al DEF 2017, descriveva in dettaglio gli obiettivi e le strategie per le infrastrutture della mobilità e della logistica e identificava quali assetti strategici per lo sviluppo del Paese, le città e i poli turistici.

Purtroppo, nonostante le migliori intenzioni e gli obiettivi specifici descritti, ben poco è stato fatto in concreto.

Il Sud Italia, in particolare, registra ataviche carenze, oggi acuite dalla grave emergenza sanitaria.

Non a caso, dotare il Paese di un sistema di mobilità moderno con servizi integrati capillarmente che riescano a offrire al turista-viaggiatore una esperienza di conoscenza durante il viaggio e le soste è una delle massime priorità inserite nel progetto Italia Domani del PNRR.

Con Italia Domani si è pensato di dotare i cittadini italiani e i visitatori stranieri di trasporti più funzionali e al passo con i tempi, sostenibili e, soprattutto, diffusi. Gli investimenti previsti dovrebbero rendere, almeno negli auspici, il Paese più coeso e favorire un mercato del lavoro dinamico e scevro da discriminazioni di genere o generazionali. L’Italia ha anche deciso di integrare le risorse del PNRR con investimenti complementari pari a 30,6 miliardi di Euro.

Le mission in tema di trasporti sono riassunte in infrastrutture per una mobilità sostenibile e collegamenti ferroviari ad Alta Velocità verso il Sud per passeggeri e merci.

La realizzazione di 274 Km di ferrovia ad AV sulle linee Napoli-Bari, Salerno-Reggio di Calabria e Palermo-Catania potrebbe rivelarsi particolarmente utile per ridurre i tempi di percorrenza e aumentare la capacità di trasporto su rotaia verso e nel sud, dal momento che il gap Nord-Sud in tema di trasporti è ancora clamoroso.

Secondo i progetti, tutti gli interventi saranno integrati con i sistemi di trasporto regionali, che svolgono un ruolo primario nel sostenere la domanda di mobilità locale. La tratta Napoli-Bari diverrà così percorribile in due ore contro le tre ore e mezza attuali, con aumenti sulla frequenza dei collegamenti e un adeguamento significativo dei treni merci sino a lunghezze di 750 metri senza limitazioni di peso assiale.

Per la linea Palermo-Catania-Messina il tempo di percorrenza fra Palermo e Catania diminuirà di oltre sessanta minuti grazie alla ultimazione di tratte intermedie.

Sulla tratta Salerno-Reggio di Calabria, infine, la durata del viaggio diminuirà di circa ottanta minuti, mentre, per consentire una razionalizzazione del transito dei treni merci, sono previste da subito ulteriori e significative risorse economiche per consentire un transito dal porto di Gioia Tauro più funzionale e fluido.

In questa cornice programmatica, si esprime l’efficacia dell’azione voluta per ottimizzare l’utilizzo delle risorse finanziarie. La mobilità e l’accessibilità delle città d’arte e dei luoghi di interesse turistico potrebbero davvero aiutare a dar valore all’immagine e al patrimonio culturale e paesaggistico del Paese e, nel contempo, contribuire ad accrescere e rilanciare l’economia nazionale.

Da qui il ruolo strategico del turismo e del piano dedicato ai trasporti per favorirne lo sviluppo. Un turismo in crescita esponenziale rappresenta un settore fondamentale per il rilancio dell’economia nazionale.

La rete di trasporti in Italia è frammentata. Alla potenzialità dell’offerta sono associati modelli di mobilità non sempre in grado di soddisfare le diverse domande di turismo. Mettere in rete i luoghi del turismo, rendendoli realmente accessibili all’offerta turistica italiana, rappresenta una delle principali sfide per il conseguimento di benefici diffusi a tutto il sistema: dal decongestionamento delle grandi mete turistiche alla valorizzazione delle migliaia di attrazioni culturali, artistiche, ambientali, enogastronomiche, sportive presenti nel nostro Paese.

L’accessibilità è anche sinonimo di destagionalizzazione dei flussi turistici con derivati impatti positivi in termini d’impiego delle risorse finanziarie e umane. 

Per cogliere le opportunità del nuovo Piano è necessario puntare sull’innovazione dei servizi di mobilità offerti e sul miglioramento dell’accessibilità delle destinazioni turistiche e la fruibilità di percorsi alternativi.

Sarà necessario anche pensare a risorse aggiuntive a medio e lungo termine in comparti altrettanto strategici come i trasporti aerei.

La situazione degli aeroporti nel Sud Italia è assolutamente precaria e totalmente inadeguata.

In Campania, v’è un solo aeroporto internazionale. Così anche in Puglia, con l’aggiunta di uno nazionale a Brindisi. In Calabria, un aeroporto internazionale a Lamezia Terme e due chiusi o molto sottoutilizzati (Reggio di Calabria e Crotone). In Sicilia, tre aeroporti internazionali a Palermo e Catania e Trapani e uno nazionale a Comiso. In Basilicata non sono presenti aeroporti.

La situazione aeroportuale del Sud Italia è un ostacolo al turismo organizzato e ai grandi flussi nazionali ed esteri.

Il museo Nazionale Archeologico di Reggio Calabria, che custodisce due delle opere bronzee più famose al mondo, ad esempio non può e non deve essere messo in secondo piano da scelte penalizzanti. L’aeroporto deve essere non solo attivo e raggiungibile, ma deve essere corredato di servizi che consentano il collegamento diretto con il museo.

La ben nota ‘Valle dei Templi’ in Sicilia, culla della cultura greca in Italia al pari della Magna Grecia ionica di Sibari, (abbandonata a se stessa, nonostante il suo valore) e Crotone in Calabria o Paestum in Campania non possono essere penalizzate dalla mancanza di collegamenti aeroportuali che ne garantiscano un sicuro flusso turistico.

Per il traporto terrestre, invece, una proposta potrebbe essere procedere, da un lato, al recupero delle linee ferroviarie dismesse con finalità turistiche – ferrovie storiche e percorsi pedonali o ciclopedonali –, con conseguente ampliamento del servizio ‘treni storici’ sulle tratte ad alto potenziale turistico; dall’altro, alla riqualificazione, in ottica di servizio turistico, degli asset immobiliari in disuso lungo le linee (stazioni, caselli ed edifici ferroviari) e degli asset immobiliari in disuso lungo la rete stradale (case cantoniere ANAS e Provinciali), anche ricorrendo ad interventi dei privati in partnership con il pubblico.

Utile la promozione di itinerari turistici che includano le infrastrutture di trasporto di particolare pregio artistico-culturale come, ad esempio, la stazione AV di Reggio dell’Emilia e di Afragola, la Metropolitana dell’arte di Napoli, ecc.

In tutto questo non bisogna trascurare il trasporto via mare.

In un Paese con oltre 8.000 Km di costa incuneato nel Mar Mediterraneo, il Mare nostrum, il potenziamento di offerte di possibilità di turismo navale del Paese non è né difficile né da sminuire.

Altra proposta è relativa all’inserimento a breve di figure competenti in Mobility Management Turistico, per pianificare le modalità di accesso ai siti turistici anche attraverso aziende di trasporto locale e ferroviario, che offrano servizi di trasporto in ambito territoriale, secondo criteri di selezione per competenza e comprovata esperienza.

Sulla formazione di esperti occorrerebbe investire, anche considerato che, sul punto, l’Italia è ancora molto indietro rispetto al resto del mondo.