Continua lo stallo sul tema dei rimborsi ai risparmiatori traditi dalle molte (9 all’ultimo conteggio?) banche fallite (in LCA o risolte, la sostanza non cambia) di quello che dovrebbe essere , per citare un precedente Ministro, un “sistema bancario solido”. Continuiamo ad assistere a sfilate, incontri, manifestazioni, dibattiti, ma ancora non siamo giunti ad avere un testo, una procedura, una qualcosa da analizzare e, se necessario, criticare.
Questo Governo e questa maggioranza hanno due pecche, e non da poco, nel trattare la questione. Innanzitutto il continuo, interminabile tira e molla con le Associazioni dei consumatori e Risparmiatori, che viste le esplicite dichiarazioni dei due vice-Premier (“dovete essere tutti d’accordo”) non poteva che portare a questo stallo, stante la moltitudine di interessi (economici e non solo, legittimi o meno), affiliazioni politiche, aspirazioni e quant’altro che le varie “anime” delle Associazioni rappresentano.
Sembra quasi di stare nel vecchio parlamento polacco (quello del XVIII secolo), nel quale si doveva essere tutti d’accordo, per poter arrivare ad una risoluzione. Ovviamente questo non accadeva quasi mai e quindi, nella Polonia di quel tempo, non si decideva mai nulla ed il Paese era in balia delle Potenze circostanti, che infatti se la sono spartito per ben tre volte. Una soluzione alternativa (a quel tempo) consisteva nell’eliminazione fisica di chi non era in sintonia con l’opinione dominante, ma spero e confido che i progressi della Civiltà e della dialettica consentano di relegare questi metodi al quel lontano e fumoso passato.
Ai nostri tempi, d’altronde, è molto più in voga, meno cruenta ed efficace l’eliminazione morale e sociale dell’avversario tramite l’insulto, la diceria, la querela, senza dimenticare i media ed i social network.
La seconda pecca è la mancanza, o forse è più corretto, l’eccessivo garbuglio di informazioni, indiscrezioni, bozze, interpretazioni che circolano sui media, sulla stampa, sui social. Disposizioni tecniche, pareri, analisi, valutazioni, cifre, quasi sempre parziali e/o riportate, in un continuo turbinio di informazioni che rendono impossibile capire a che punto si sia arrivati, quali siano le criticità e le prospettive. Dateci, vi preghiamo, qualcosa in Gazzetta Ufficiale!
Parrebbe, a mia personale opinione, che si voglia tirare in lungo quanto più possibile le trattative (secondo un ben collaudato e in passato già citato “stile burocratico sovietico”). Ma “Cui prodest”, “a chi giova” direbbero alcuni docenti di Diritto (per non dire qualche criminologo)?
Sicuramente giova agli esponenti politici, sia di maggioranza che di opposizione, che possono continuare a cavalcare l’onda della indignazione ed il can-can mediatico, anche da parte di esponenti delle passate maggioranze che l’argomento “banche” dovrebbero avere la decenza e l’accortezza di evitare come una brutta “infezione esentematica”.
Altrettanto giova ad alcune delle sigle che si sono costituite, fatte conoscere e sono cresciute grazie alla linfa dei risparmiatori traditi; una volta imboccato il “binario” risarcitorio necessariamente l’appoggio e l’attenzione mediatica cominceranno inevitabilmente a scemare, in uno con gli emolumenti, le parcelle e le quote associative che (legittimamente) queste sigle riscuotono.
Durante gli ultimi incontri tra Governo ed Associazioni, in prestigiose sedi istituzionali, ci si è confrontati, si è discusso ed alla fine si è “votato”, ogni gruppo ed Associazione secondo quello che ritiene essere (legittimamente) l’interesse proprio e quello dei propri rappresentati; ma come è stato fatto notare da qualcuno non è per nulla facile assegnare il corretto “peso” al voto, dato che vi sono associazioni grandi ed associazioni piccole, alcune hanno nomi mediaticamente molto noti ma rappresentano poche decine di risparmiatori, altre sono nate relativamente da poco ed hanno raggiunto una posizione di visibilità grazie alle manifestazioni ed al costante assedio di esponenti politici, ognuna insomma ha un certo grado di legittimazione, ma nessuno sa ne può sapere quanto queste Associazioni siano rappresentative dei risparmiatori, se non dalle dichiarazioni delle Associazioni stesse che non hanno certo l’interesse a sminuire il proprio “peso”.
Ecco perché, a mio parere, il “Governo del Cambiamento” bene ha fatto a sentire le opinioni e le proposte delle varie Associazioni ma ora faccia il Governo, e renda esecutiva la volontà dell’organo di massima sovranità popolare, costituito dal Parlamento eletto dai cittadini il 4 marzo 2018, volontà chiaramente espressa in Legge di Bilancio con l’istituzione di un Fondo di Indennizzo per i Risparmiatori di 1,5 miliardi.
O, in alternativa, dica chiaro e tondo e pubblicamente chi e perché si impedisce la partenza dei risarcimenti.