Risorgive del Bacchiglione, ecco da dove arriva l’acqua che beviamo. E dove vedere la biodiversità

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Le risorgive del Bacchiglione. Foto: Marta Cardini
Le risorgive del Bacchiglione. Foto: Marta Cardini

(Articolo sulle risorgive del Bacchiglione da VicenzaPiù Viva n. 1 settembre ottobre , sul web per gli abbonati tutti i numeri, ndr).

Le Risorgive del Bacchiglione si trovano al confine tra i Comuni di Dueville, Villaverla e Caldogno e sono un territorio umido importante per Vicenza e provincia. A differenza delle risorgive di Maddalene, appena fuori città, in cui l’acqua sembra “ribollire”, le sorgenti del Bacchigione appaiono come laghetti, rivoli e torrentelli. Qui si può passeggiare nel parco, attraversando i numerosi ponticelli presenti. Si tratta di una bella passeggiata naturalistica, in cui si possono osservare anche svariati tipi di uccelli. Esistono infatti alcuni capanni adibiti a birdwatching ovvero l’osservazione e la fotografia degli uccelli.

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L’acquedotto all’entrata delle Risorgive del Bacchiglione. Foto: Marta Cardini

Acqua da bere e Risorgive

In questo particolare periodo di siccità, l’acqua è un bene sempre più prezioso, da usare con cura. Si tratta di una risorsa indispensabile che va tutelata e protetta. In questa zona viene estratta una quantità d’acqua tale da non danneggiare l’ambiente che viene poi utilizzata per la potabilizzazione. E’ l’acqua che beviamo ogni giorno. L’acqua che sgorga naturalmente qui, ha percorso un tratto tra rocce, ghiaia e sassolini che l’hanno filtrata e arricchita di sali minerali. Rispetto ai corsi d’acqua superficiali, in questa zona c’è acqua oligominerale carbonatica.

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Una pompa d’acqua presente alla risorgive. Foto: M. C.

Come nasce una risorgiva?

Le rocce che costituiscono l’Altopiano di Asiago o le Piccole Dolomiti sono in gran parte calcaree, rocce che si alterano e si fessurano facilmente perché costituite da minerali solubili. In queste rocce l’acqua può infiltrarsi, formare imbuti e fessure o anche tunnel e grotte. In alcuni casi, al termine del percorso sotterraneo l’acqua riemerge in una sorgente. In altri casi l’acqua può rimanere sotterranea fino alla pianura, dove continua a scorrere negli strati permeabili del sottosuolo, ovvero gli strati ghiaiosi e sabbiosi. Quando sono saturi d’acqua, questi strati sotterranei sono chiamati “falde acquifere”.

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A passeggio fra le risorgive. Foto: M.C.

Anche le falde della media pianura sono alimentate dall’acqua nevicata in montagna o piovuta nell’alta pianura. Nel sottosuolo l’acqua si muove lentamente, perciò il percorso dalla montagna alla pianura può durare anche molti anni.

Nella media pianura, gli strati di argilla più superficiali possono costringere l’acqua di falda a uscire in superficie. È quanto avviene nella zona delle risorgive: è così che si formano le suggestive polle sorgive che puoi osservare alle Risorgive del Bacchiglione: piccoli avvallamenti in cui il perenne scaturire dell’acqua origina un ruscello detto “di risorgiva”.

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L’acquedotto presente all’entrata. Foto: M. C.

La biodiversità

L’acqua dolce delle risorgive è un habitat ideale per specie animali e vegetali non comuni nelle zone limitrofe. Qui sono presenti numerosi tipi di uccelli, tanto da essere oggetto di interesse e fotografie da parte di birdwatcher. Sono presenti molte folaghe e germani reali. Inoltre è stato rilevato recentemente un uccello proveniente dalla Finlandia, segno di quanto gli uccelli viaggino tra i vari territori e di quanto le zone umide rappresentino luoghi importantissimi per il sostegno di questo popolo migratore e, più in generale, per la conservazione della biodiversità.

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Gli uccelli vivono indisturbati. Foto: M. C.

Anche per quanto riguarda i pesci sono presenti numerosissime specie: anguille, lucci, spinarelli, alborelle, cavedani, ghiozzi padani, temoli, triotti, trote farie, lamprede padane, sanguinerole, gobioni, lasche, vaironi, carpe ecc…

Le 3 aree e la storia

La zona delle risorgive è suddivisa in 3 aree: una per le passeggiate, a ingresso libero, una con la guida, a pagamento e un’area riservata per solo scopi scientifici. Queste zone erano destinate alla piscicoltura negli anni ’60 e ’70. Ora l’area è di proprietà della Provincia di Vicenza. Essa ha operato una riqualificazione ambientale, ricostruendo il sistema idraulico originario. La Provincia ha affidato la gestione a Viacqua, il gestore del servizio idrico integrato, perchè prosegua nella tutela di questo delicato ecosistema e lo renda fruibile a cittadini, scuole e ricercatori.

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Il pannello di benvenuto. Foto: m.c.

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Fonte: Risorgive del Bacchiglione, ecco da dove arriva l’acqua che beviamo. E dove vedere la biodiversità , L’altra Vicenza