Gentile direttore, mi chiamo I. L. e sono un risparmiatore coinvolto nella vicenda delle banche venete. Non mi sono definito un “truffato” perché attendo con fiducia e rispetto il corso della giustizia che stabilisca chi siano stati i responsabili di qualcosa comunque più grande di me, e quindi per ora mi rappresenta maggiormente la figura mitica del “vecchietto raggirato allo sportello” con la sola colpa di non avere una grande cultura finanziaria!
Vi scrivo perchè so che più volte vi siete occupati delle vicenda.
Racconto brevemente la mia storia per mettere alla luce un ulteriore punto che potrebbe meritare attenzione.
Sono un trentacinquenne ingegnere informatico, sposato con 2 bimbi piccoli (3 anni e 2 mesi) impiegato da più dieci anni in una multinazionale nel settore dell’automazione industriale.
Nel settembre del 2015 un consulente della mia banca mi contatta per propormi di investire una parte dei miei risparmi in obbligazioni della Banca Popolare di Vicenza. Non so ancora cosa significhi “subordinate“, ma mi spiega e mi rassicura che “sono sicurissime come i conti deposito che era abituato ad utilizzare, che è impossibile che fallisca una banca“.
Mi fido, anche con la rassicurazione di occuparsene personalmente, e sottoscrivo il lotto minimo di 500 obbligazioni a circa 46.000 euro (92 ognuna). Come sa il FIR prevede un indennizzo forfettario secondo una procedura semplificata e prioritaria se il risparmiatore soddisfa una delle seguenti condizioni:
– patrimonio mobiliare di proprietà al 31 dicembre 2018 di valore inferiore a 100.000 euro
– ammontare del reddito complessivo del risparmiatore ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche inferiore a 35.000 euro nell’anno 2018
Il mio Reddito complessivo derivante esclusivamente da lavoro dipendente è pari esattamente a 36.996 euro, mentre il patrimonio mobiliare, costituito dai risparmi messi da parte col lavoro (soprattutto partecipando a lunghe trasferte all’estero), dalle donazioni della mia famiglia, dai regali di matrimonio e delle nascite dei bimbi, supera i 100.000 euro.
Sembrerebbe che possa essere definito solo “sfortunato”, o “ingenuo” perchè con qualche trasferta o straordinario in meno, o spendendo i miei soldi in auto, orologi, gioelli anzichè risparmiarli (tra l’altro sono fermi sul conto corrente senza alcun interesse proprio per la paura di incappare in altre perdite), ora avrei garantito il mio indennizzo.
E invece il valore del mio Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE), che serve proprio a valutare e confrontare la situazione economica delle famiglie per erogare prestazioni sociali agevolate, è inferiore a 35.000 euro.
Vi scrivo perchè so che più volte vi siete occupati delle vicenda.
Racconto brevemente la mia storia per mettere alla luce un ulteriore punto che potrebbe meritare attenzione.
Sono un trentacinquenne ingegnere informatico, sposato con 2 bimbi piccoli (3 anni e 2 mesi) impiegato da più dieci anni in una multinazionale nel settore dell’automazione industriale.
Nel settembre del 2015 un consulente della mia banca mi contatta per propormi di investire una parte dei miei risparmi in obbligazioni della Banca Popolare di Vicenza. Non so ancora cosa significhi “subordinate“, ma mi spiega e mi rassicura che “sono sicurissime come i conti deposito che era abituato ad utilizzare, che è impossibile che fallisca una banca“.
Mi fido, anche con la rassicurazione di occuparsene personalmente, e sottoscrivo il lotto minimo di 500 obbligazioni a circa 46.000 euro (92 ognuna). Come sa il FIR prevede un indennizzo forfettario secondo una procedura semplificata e prioritaria se il risparmiatore soddisfa una delle seguenti condizioni:
– patrimonio mobiliare di proprietà al 31 dicembre 2018 di valore inferiore a 100.000 euro
– ammontare del reddito complessivo del risparmiatore ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche inferiore a 35.000 euro nell’anno 2018
Il mio Reddito complessivo derivante esclusivamente da lavoro dipendente è pari esattamente a 36.996 euro, mentre il patrimonio mobiliare, costituito dai risparmi messi da parte col lavoro (soprattutto partecipando a lunghe trasferte all’estero), dalle donazioni della mia famiglia, dai regali di matrimonio e delle nascite dei bimbi, supera i 100.000 euro.
Sembrerebbe che possa essere definito solo “sfortunato”, o “ingenuo” perchè con qualche trasferta o straordinario in meno, o spendendo i miei soldi in auto, orologi, gioelli anzichè risparmiarli (tra l’altro sono fermi sul conto corrente senza alcun interesse proprio per la paura di incappare in altre perdite), ora avrei garantito il mio indennizzo.
E invece il valore del mio Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE), che serve proprio a valutare e confrontare la situazione economica delle famiglie per erogare prestazioni sociali agevolate, è inferiore a 35.000 euro.
Si scopre che nella legge di bilancio 2018 (145 30 dicembre 2018) che introduce il FIR, l’articolo 502 reciti:
“502. I risparmiatori che documentano nella domanda di indennizzo un valore dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) inferiore a 35.000 euro nell’anno 2018 sono soddisfatti con priorità a valere sulla dotazione del FIR.”
Ma il Decreto Crescita (20 aprile 2019) sostituisce l’articolo 502 con il 502 bis:
“il comma 502 è sostituito dal seguente: «502. I risparmiatori di cui al comma 502 -bis sono soddisfatti con priorità a valere sulla dotazione del FIR.»;
«502 -bis ….che soddisfano … b) ammontare del reddito complessivo del risparmiatore ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche inferiore a 35.000 euro nell’anno 2018“
“502. I risparmiatori che documentano nella domanda di indennizzo un valore dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) inferiore a 35.000 euro nell’anno 2018 sono soddisfatti con priorità a valere sulla dotazione del FIR.”
Ma il Decreto Crescita (20 aprile 2019) sostituisce l’articolo 502 con il 502 bis:
“il comma 502 è sostituito dal seguente: «502. I risparmiatori di cui al comma 502 -bis sono soddisfatti con priorità a valere sulla dotazione del FIR.»;
«502 -bis ….che soddisfano … b) ammontare del reddito complessivo del risparmiatore ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche inferiore a 35.000 euro nell’anno 2018“
Non si capisce come mai sia stato modificato questo vincolo, si dice perchè sarebbero state pochissime le persone beneficiarie. Ma come è possibile che le persone beneficiarie di un vincolo più stringente ora si trovino fuori da un vincolo allargato? Voglio credere che questo caso non sia stato proprio preso in considerazione erroneamente.
In questo periodo, per avere più informazioni sulla vicenda, ho fatto parte di forum e chat di discussione, e purtroppo ho dovuto constatare che ci sono davvero tante persone che ne approfitteranno, sicuramente a discapito di altre più meritevoli.
C’è chi ha comprato a cifre bassissime a pochi giorni dalla liquidazione e nello stesso periodo grosse quantità di obbligazioni senior non azzerate, chi compra al ribasso scommettendo che i titoli crollino, chi ha già recuperato tutto con altre speculazioni, chi ha venduto più volte generando minusvalenze.
La maggior parte di questi soggetti beneficia proprio della modifica dell’articolo 502 sull’ISEE rientrando nell’indennizzo prioritario. Infatti occupandosi solo di speculazioni finanziare hanno un reddito complessivo basso (se non nullo), ma patrimoni mobiliari ingentissimi di gran lunga superiori al vincolo dei 100.000 euro, e lo dimostra il fatto che anche la loro esposizione nelle banche venete sia superiore ai 100.000 indennizzabili.
Per evitare questi abusi, i paletti per accedere all’indennizzo potevano, ad esempio, essere il prezzo o la data di acquisto (un prezzo superiore a 90 difficilmente può essere definito speculazione), e avrebbe risposto maggiormente alle esigenze di chi davvero si definisce Risparmiatore e in questa vicenda ha perso gran parte dei propri veri sacrifici.
In questo periodo, per avere più informazioni sulla vicenda, ho fatto parte di forum e chat di discussione, e purtroppo ho dovuto constatare che ci sono davvero tante persone che ne approfitteranno, sicuramente a discapito di altre più meritevoli.
C’è chi ha comprato a cifre bassissime a pochi giorni dalla liquidazione e nello stesso periodo grosse quantità di obbligazioni senior non azzerate, chi compra al ribasso scommettendo che i titoli crollino, chi ha già recuperato tutto con altre speculazioni, chi ha venduto più volte generando minusvalenze.
La maggior parte di questi soggetti beneficia proprio della modifica dell’articolo 502 sull’ISEE rientrando nell’indennizzo prioritario. Infatti occupandosi solo di speculazioni finanziare hanno un reddito complessivo basso (se non nullo), ma patrimoni mobiliari ingentissimi di gran lunga superiori al vincolo dei 100.000 euro, e lo dimostra il fatto che anche la loro esposizione nelle banche venete sia superiore ai 100.000 indennizzabili.
Per evitare questi abusi, i paletti per accedere all’indennizzo potevano, ad esempio, essere il prezzo o la data di acquisto (un prezzo superiore a 90 difficilmente può essere definito speculazione), e avrebbe risposto maggiormente alle esigenze di chi davvero si definisce Risparmiatore e in questa vicenda ha perso gran parte dei propri veri sacrifici.
So che modificare la condizione del reddito con quella dell’ISEE scontenterebbe in tanti, quindi mi auguro che almeno possa essere reintegrato chi è stato tagliato fuori ingiustamente, aggiungendo la condizione sull’ISEE alle due esistenti:
– patrimonio mobiliare di proprietà al 31 dicembre 2018 di valore inferiore a 100.000 euro
– ammontare del reddito complessivo del risparmiatore ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche inferiore a 35.000 euro nell’anno 2018
– valore dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) inferiore a 35.000 euro nell’anno 2018
Inoltre, non si hanno più riscontri della possibilità descritta nel decreto: “Il limite di valore del patrimonio mobiliare di proprietà del risparmiatore, di cui al comma 502 -bis, lettera a), può essere elevato fino a 200.000 euro con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, previo assenso della Commissione europea“.
– patrimonio mobiliare di proprietà al 31 dicembre 2018 di valore inferiore a 100.000 euro
– ammontare del reddito complessivo del risparmiatore ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche inferiore a 35.000 euro nell’anno 2018
– valore dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) inferiore a 35.000 euro nell’anno 2018
Inoltre, non si hanno più riscontri della possibilità descritta nel decreto: “Il limite di valore del patrimonio mobiliare di proprietà del risparmiatore, di cui al comma 502 -bis, lettera a), può essere elevato fino a 200.000 euro con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, previo assenso della Commissione europea“.
Spero che, qualora lo condividiate, il vostro giornale possa rivelarsi uno strumento per portare alla luce (e si spera anche ad una soluzione) anche questo caso come avete già fatto in passato.Vi ringrazio
I. L. (lettera firmata per esteso)
Caro I.G., condividiamo pienamente, pubblichiamo e giriamo il suo appello a chi di dovere anche perché lei sta denunciando apertamente quello che molti, ai piani superiori, sanno fingendo di non sapere: c’è chi sta speculando su azioni e obbligazioni acquistate a pochissimo e in tempi così vicini alla messa in Lca di BPVi, ma anche di Veneto Banca, da non essere sospetti e da non far pensare a una “scommessa” finanziaria di speculatori di professione o di possessori di quei titoli in quantità industriali che hanno saputo maneggiarli e frazionarli con cessioni e donazioni più o meno smart da sapiente speculatori. A danno dei soliti ingenui, perché fiduciosi, I. G. e dei vecchietti raggirati allo sportello.
Il direttore