Risparmiatori BPVi, Il Mattino di Padova: chiesto il sequestro degli arredi di Gianni Zonin & c.

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L’istanza depositata da un risparmiatore nell’udienza della scorsa settimana ha aperto più che uno spiraglio un portone: sabato prossimo numerosi avvocati presenteranno infatti in aula analoga richiesta di sequestro conservativo nei confronti degli imputati di Banca Popolare di Vicenza per un importo di centinaia di milioni di euro. Trecentocinquanta milioni quelli che chiederà solo l’avvocato Sergio Calvetti che assiste 2.400 ex soci. «Sabato chiederemo il sequestro dei beni immobili, ma anche di quelli mobili degli indagati: gli arredi di casa e pure le azioni», annuncia il legale, «Non solo: procederemo nei confronti di coloro che hanno ricevuto beni in donazione e agiremo sui fondi costituiti».

Un’aggressione a tutte le proprietà ancora disponibili, dunque, quella che gli avvocati dei risparmiatori intendono mettere in campo dopo il decreto di sequestro per spese di giustizia nei confronti degli ex amministratori. Ulteriori istanze di congelamento dei beni dell’ex presidente Gianni Zonin e degli ex manager, sono in fase di preparazione e verranno depositate sempre sabato. Altre ancora arriveranno la settimana successiva, dopo che il gup Roberto Venditti si sarà espresso sull’ammissione delle parti civili. E sarà sempre il giudice a doversi pronunciare in merito alle istanze di sequestro dei risparmiatori, autorizzandole o respingendole.

Intanto sono in corso di deposito – com’era prevedibile dopo la decisione del gup di Roma – le chiamate in causa quale responsabile civile di Intesa SanPaolo anche per Bpvi. Ieri l’avvocato Francesco Ternullo per conto degli associati “Noi che credevamo nella BPVi” (oltre 1000 risparmiatori, soprattutto del Vicentino), ha presentato al tribunale berico la richiesta di poter procedere contro Intesa per la richiesta dei danni.

«Nell’istanza si precisa che il Dl 99 /2017 interpretato secondo costituzione non è idoneo ad escludere la responsabilità di Intesa Sanpaolo per le obbligazioni risarcitorie a carico della banca cedente non potendo derogare alle norme che prevedono la responsabilità solidale dell’acquirente di azienda», sottolinea Luigi Ugone, referente del gruppo. (

Di s. t., da Il Mattino di Padova