L’assessore regionale alla sanità e al sociale Manuela Lanzarin torna a precisare con una nota il perimetro dell’intervento di solidarietà regionale, attivato a sostegno dei risparmiatori traditi. Un intervento di natura sociale, puntualizza l’assessore, che nulla ha a che fare – per natura, dimensioni, finalità e limite dei beneficiari – con il Fondo nazionale di indennizzo ai risparmiatori istituito con la legge di stabilità 2019
“Si precisa che l’iniziativa regionale di un fondo di solidarietà a sostegno legale e giudiziale ai cittadini veneti danneggiati da Veneto Banca e da Popolare di Vicenza, avviata con legge regionale n. 7 del 2016 (art. 11) e rifinanziata nel 2018 e nel 2019, fa riferimento esclusivamente a spese per l’assistenza giudiziale legale relative a cause iscritte a ruolo e non alla presentazione della domanda di indennizzo al Fondo indennizzo risparmiatori (FIR), di cui alla L. 30 dicembre 2018, n. 145, emanata successivamente alla deliberazione regionale”.
“Al fine di fare la massima chiarezza sulla rendicontazione delle spese che Comitati e Associazioni dei risparmiatori devono presentare alla Regione – prosegue l’assessore – specifico che le eventuali prestazioni di collaborazione da parte di studi legali o da Avvocati convenzionati inerenti la presentazione della domanda di indennizzo al F.I.R., di cui alla L. 30 dicembre 2018, n. 145, sono escluse dalle attività di assistenza giudiziale legale oggetto dell’ iniziativa regionale, in quanto le stesse, come previsto al comma 501 dell’art. 1 della medesima legge, non rientrano nell’ambito delle prestazioni forensi e non danno luogo a compenso”.
“Infine – conclude l’assessore, in merito alla scelta delle associazioni finanziabili – a ricordo che la Regione Veneto ammette ai contributi le associazioni e i comitati che rispettano i requisiti statutari previsti per legge e che rappresentano una specifica categoria di cittadini veneti, con redditi inferiori ai 36 mila euro, di cui rendite immobiliari non superiori a 8 mila, e che abbiano investito nelle azioni delle banche venete non più di 80 mila euro”.