Risparmiatori su nuove elezioni: «e la “Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario”?»

La "Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario" decade alla fine, naturale o anticipata, della XVIII legislatura

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I risparmiatori e I timori di Casini per le banche
L'oblio dei diritti dei risparmiatori e I timori di Casini per le banche

Le sorti dei risparmiatori azzerati dalle crisi bancarie e forse anche quelle di tutti i sottoscrittori di titoli almeno delle due banche venete se avrà un esito l’interpellanza di Pierantonio Zanettin sulle nostre rivelazioni («“Veneto Banca fu vittima  di scelte politiche sbagliate”, interpellanza di Zanettin su Barbagallo e FIR: azionisti da risarcire integralmente») hanno di fatto interessato ben poco i nostri politici e segnatamente quelli gialloverdi, se non quando erano all’opposizione e, poi, in campagna elettorale.

Lo dimostrano, intanto, la legge istitutiva del Fondo Indennizzo Risparmiatori e i suoi decreti attuativi, che hanno impiegato ad oggi un anno e quasi dieci mesi (l’ultimo decreto non è ancora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale) per partorire quanto era di fatto già contenuto nella tanto biasimata legge 205 del 27 dicembre 2017, che andava solo “allargata” nelle dotazioni, come peraltro previsto nel suo schema, e non azzerata per rinviare, poi, tutto a quelle che oggi sono ancora le calende greche.

Ma che permanga e prevalga l’indifferenza sostanziale verso chi si è fidato del “sistema” e ha affidato i suoi denari, risparmi o guadagni che fossero, ad alcune banche poi saltate (fatte saltare?) per sufficienza e incapacità se non dolo anche dei controllori lo dimostra anche il silenzio attuale sugli effetti che avrebbero nuove elezioni sulla tanto sbandierata (mediaticamente) “Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario“, che dopo una lunga gestazione dovrebbe partire con i suoi lavori il 4 settembre prossimo.

Ebbene se tutti hanno dissertato in lungo e largo sugli effetti (benefici o malefici a seconda delle parti in gioco) dello scioglimento anticipato della camere per andare a nuove elezioni (boom delle aliquote Iva, mancato taglio dei parlamentari, rinvio drammatico della legge di bilancio, delle misure a sostegno dei lavoratori di aziende in crisi, di chi sta peggio etc. etc. …), evidentemente il “Sistema (di potere) finanziario” che, nelle promesse ai risparmiatori/elettori di Luigi Di Maio e Matteo Salvini, auspice Gianluigi Paragone, dovrebbe essere radiografato fin nelle sue più intime connessioni dalla Commissione, sarebbe ben felice se gli eventi portassero ad applicare il Capo dell’articolo 1 della legge istitutiva entrata in vigore dal 16 marzo 2019 ma in attesa di partire.

Se, infatti, questo primo passaggio della legge recita che “E’ istituita, per la durata della XVIII legislatura, ai sensi dell’articolo 82 della Costituzione, una Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, di seguito denominata «Commissione»“, beh la conseguenza dello scioglimento delle Camere e della fine anticipata della XVIII legislatura sarebbe anche l’aborto della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario.

Vediamo già Ignazio Visco, Carmelo Barbagallo e tutti i loro referenti, in alto e in basso scoppiare in lacrime.

Di gioia?

Chiedetelo a Pierferdinando Casini, il perfetto esempio dei politici funzionali al sistema che i gialloverdi dicevano di voler sconfiggere e che fu presidente e grande “manovratore” della prima.