“Il mercato del lavoro della ristorazione che, ricordo, è uno dei settori più rilevanti a livello numerico in Veneto. Non possiamo permetterci di avere posti di lavoro liberi da una parte e, dall’altra, persone in cerca di occupazione senza farli incontrare. La Regione è qui per far sì che questo incontro ed il dialogo sia veloce, puntuale e sia fornita la formazione necessaria per inserire le persone rapidamente”.
Così l’Assessore regionale al lavoro, Elena Donazzan, si è rivolta ai partecipanti al Tavolo per l’emergenza di personale nel settore della ristorazione convocato dalla Regione del Veneto con la partecipazione di rappresentanti delle associazioni di categoria (Assoturismo Veneto, Confturismo, Federturismo, Federcamping Nordest, Confcommercio, Confesercenti, Federdistribuzione e dei sindacati.) dei sindacati (FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL UILTUCS UIL e UGL).
I partecipanti hanno rilevato che la situazione è critica non solo per il settore della ristorazione, ma tutti quelli afferenti al mondo del turismo. Le cause segnalate sono numerose: da chi durante la pandemia si è ricollocato in settori diversi, alla diminuzione di stranieri in Italia e nel Veneto, dal disinteresse dei giovani per le professioni della ristorazione fino alle ben note questioni legate al reddito di cittadinanza. In generale il settore sembra apparire poco attrattivo in quanto percepito come non in grado di garantire adeguate condizioni economiche, un lavoro di qualità e tempi di lavoro conciliabili con la vita.
In questo quadro la Regione si è fatta promotrice di un tavolo per raccogliere proposte concrete dalle parti sociali. L’ente regionale si è proposto di favorire in ogni modo l’incrocio tra domanda ed offerta (anche attraverso banche dati snelle) e di sviluppare un’offerta formativa che consenta di colmare il gap di competenze chiesto dal mercato del lavoro, a tutti i livelli.
“E’ necessario che le aziende dicano esattamente di che cosa hanno bisogno e accettino il lavoratore che gli viene proposto dai centri per l’impiego – ha precisato ancora l’Assessore al lavoro della Regione del Veneto -. Noi lo formeremo per le competenze che gli sono necessarie e chiederemo la forte collaborazione del sindacato affinché faciliti e favorisca l’accesso al lavoro anche attraverso la formazione necessaria per svolgerlo. La linea della Regione è chiara: nessun sussidio né ammortizzatori sociali lunghi, né tanto meno reddito di cittadinanza”.
“Questo è un settore sano e in forze: il Veneto è la prima regione turistica d’Italia – ha concluso l’Assessore – chi, disoccupato, vuole lavorare troverà braccia aperte da parte dei datori di lavoro e un’offerta formativa snella e di qualità da parte della Regione”.