Domenica sera le milizie dei Talebani hanno terminato la conquista di Kabul, capitale dell’Afghanistan. Dopo 20 anni ininterrotti di azioni di guerriglia, attentati contro le forze militari internazionali e afghane e i civili, i Talebani hanno tenuto ieri la loro prima conferenza stampa dal Palazzo presidenziale di Kabul, poche ore dopo che il Presidente Ashraf Ghani aveva lasciato il Paese con la famiglia e alcuni collaboratori più stretti. I leader dei Talebani hanno promesso “serenità” per il futuro del Paese, garantendo il “perdono” a tutti i suoi abitanti, oltre a essersi impegnati a “fare il possibile per migliorare le vite” di tutti gli afghani. Dichiarazioni smentite da quanto accaduto nelle ultime settimane nelle provincie che mano a mano sono passate sotto il loro controllo. Come prima del 2001, le università sono state chiuse, alle ragazze è stato vietato di frequentare la scuola e alle donne di tornare al lavoro. Altri divieti riguardano l’uso dei social network e degli smartphone, mentre alle donne è stato di nuovo imposto l’utilizzo del burqa. Inoltre, si sono susseguite le testimonianze di violenze ed esecuzioni sommarie di chi negli ultimi vent’anni ha collaborato con le truppe o le organizzazioni Occidentali, come interpreti, agenti di polizia, intellettuali o attivisti per i diritti delle donne. Dall’invasione dell’Afghanistan il 7 ottobre del 2001 per rovesciare il regime Talebano complice degli attentatori dell’11 settembre, i soli Stati Uniti hanno speso per questa guerra 900 miliardi di dollari. Di questi 80 sono stati destinati all’addestramento dell’esercito afghano, una forza che sulla carta avrebbe 300mila effettivi, ma che si è dissolta davanti all’avanzata dei talebani a causa delle divisioni tribali e della corruzione endemica dei suoi comandanti e della classe politica del Paese. Dopo 2300 militari statunitensi morti in azione e più di 3mila civili afghani uccisi in media ogni anno, ora l’Afghanistan è tornato esattamente al punto dove si è trovato fino all’ottobre di 20 anni fa, con i Talebani saldamento al comando del Paese.
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