Il Castello di Roccascalegna: l’imponente maniero a strapiombo, set di fiction e leggende

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Roccascalegna
Il castello di Roccascalegna (foto FB: Borghi medievali italiani)

Suggestivo nella sua presenza imponente, arroccato su un costone sporgente di roccia: grazie alla sua unicità il Castello di Roccascalegna, nel corso del millennio che ha trascorso vegliando sull’omonimo borgo in provincia di Chieti, in Abruzzo, non è stato solo una fortificazione, ma anche set di fiction, nonché di leggende e di recente anche di matrimoni.

Cenni storici – Il periodo preciso di costruzione della rocca non è chiaro. Probabilmente la fortificazione ebbe origine dall’ampliamento di una torre di avvistamento longobarda preesistente, attorno al XI secolo. Le notizie storiche non sono molte e risalgono soprattutto all’Età Moderna; esse restituiscono un’idea dell’evoluzione del maniero, che per la metà del XVII secolo doveva già avere l’aspetto di una solida fortificazione, dotata di un maschio e un ponte levatoio. Sappiamo, inoltre, che nel corso dei secoli appartenne a diverse famiglie nobili, tra cui i Carafa.

Scorcio Roccascalegna
Scorcio del borgo di Roccascalegna (Foto FB: Nuova Arcadia Scuola di Lingua e Cultura Italiana)

Anche del nome si sa poco: si parla di toponimi di origine Longobarda, che farebbero riferimento al nome proprio di un nobile, o ad un aggettivo che designerebbe la natura scoscesa del territorio su cui sorge. Altre ipotesi vedrebbero invece nella scala di legno attraverso la quale si accedeva alla torre la parola da cui si sarebbe originato il toponimo.

Le leggende – Il fascino dei vecchi manieri medievali è spesso legato alle leggende che ruotano attorno ad essi. Roccascalegna non fa eccezione, e racconta anch’essa di spiriti e fantasmi. Protagonista di questi racconti popolari è il Barone Corvo de Corvis, un tirannico signorotto che avrebbe ripristinato lo ius primae noctis (il diritto feudale di giacere con le spose dei sudditi la prima notte di nozze). Per questo sarebbe stato, secondo alcune versioni, decapitato e condannato a vagare per il maniero sotto forma di un fantasma senza testa. Della morte del Barone si racconta anche che per molti secoli a venire, sulla parete della stanza, sia rimasta impressa l’impronta della mano insanguinata che il Barone avrebbe lasciato dopo essere stato invece pugnalato al cuore. Né i tentativi di lavarla via, né il tempo sarebbero riusciti a cancellarla. Solo un crollo negli anni ’40 del secolo scorso avrebbe fatto sparire la traccia dell’antica leggenda, che permane però ancora viva nella memoria collettiva del paesino.

Cartolina Roccascalegna
Cartolina di Roccascalegna del 1936 (Foto FB: Siamo Silvaroli Doc)

Ironia della sorte, negli ultimi anni Roccascalegna è diventata famosa anche all’estero come location per matrimoni, molto apprezzata soprattutto da facoltosi futuri sposi provenienti da oltreoceano. La sua fama ha continuato quindi ad espandersi grazie alle riprese della fiction Rai “Il nome della rosa”, ispirata al romanzo dello scrittore Umberto Eco, girata proprio a Roccascalegna.