Rosario Livatino, il 21 settembre 1990 ucciso il primo magistrato beatificato: Cossiga si scusò per averne parlato come “ragazzino”

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Il magistrato Rosario Livatino prima che fosse ucciso e, poi, beatificato
Il magistrato Rosario Livatino prima che fosse ucciso e, poi, beatificato

Il magistrato Rosario Livatino  il 21 settembre 1990 veniva ucciso sulla strada per il tribunale, ma la sua dedizione alla giustizia lo ha reso il primo magistrato beatificato. Rosario Angelo Livatino nacque a Canicattì il 3 ottobre del 1952. Sin da piccolo frequentò la parrocchia e l’Azione Cattolica. Dopo la laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Palermo, nel 1979 iniziò la sua carriera come sostituto procuratore al tribunale di Agrigento. Ricoprì la carica fino al 1989 quando divenne giudice a latere. Già dai primi anni di lavoro si occupò di criminalità mafiosa e di corruzione. Con i colleghi sostituti procuratori Salvatore Cardinale, Roberto Saieva ed il giudice istruttore Fabio Salamone indagò sulla mafia agrigentina. Il loro lavoro portò al maxi processo tenuto nell’aula bunker di Villaseta nel 1987, conclusosi con 40 condanne.

Ucciso da 4 sicari della Stidda

L’attentato al magistrato avvenne il 21 settembre 1990 sulla SS 640 Caltanissetta-Agrigento mentre si recava in tribunale senza scorta. Prima fu speronato e ferito, poi mentre cercava di fuggire a piedi fu raggiunto dai 4 sicari che lo finirono a colpi di pistola. Sul luogo dell’omicidio arrivarono anche Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Le iniziali investigazioni sull’omicidio Livatino fecero progressi rapidi principalmente grazie alla deposizione di Pietro Nava, un rappresentante di commercio originario di Milano che si trovava a passare casualmente in auto per quella zona e fu testimone oculare dell’omicidio.

La Polizia di Stato, in collaborazione con la Polizia tedesca, dopo 11 giorni dall’omicidio, arrestò a Colonia i ventitreenni Paolo Amico e Domenico Pace, esponenti della Stidda, organizzazione criminale di stampo mafioso in contrasto con Cosa Nostra, da tempo residenti in Germania dove ufficialmente facevano i pizzaioli. Grazie ad un altro esponente della Stidda che collaborò con Borsellino i due sicari vennero condannati all’ergastolo.

Papa Giovanni Paolo II definì Rosario Livatino “martire della giustizia e indirettamente della fede” mentre il 10 maggio 1991 il Presidente della Repubblica italiana Francesco Cossiga teneva un discorso sui “giudici ragazzini”. Ciò scatenò polemiche, ma dodici anni dopo con una lettera indirizzata ai genitori sul Giornale di Sicilia smentì tutto, definendolo un eroe.

Processo di beatificazione

Il 21 dicembre 2020 papa Francesco ha concesso l’autorizzazione alla Congregazione per le Cause dei Santi per promulgare il decreto relativo al martirio, aprendo così la via alla possibile beatificazione. Nel documento si fa riferimento anche a Giuseppe Di Caro, capo famiglia di Canicattì, che lo definiva “santocchio” per la sua partecipazione alla vita religiosa. La cerimonia di beatificazione si svolse nella Cattedrale di Agrigento il 9 maggio 2021, dove ufficialmente Rosario Angelo Livatino divenne il primo magistrato beatificato dalla Chiesa cattolica e la camicia di quel tragico giorno una reliquia.