«Sorrisi, due calici alzati, un brindisi in compagnia: Francesco Rucco ed Elena Donazzan sono stati immortalati a cena e il clima sembrava tornato amichevole. Prima che l’assessore alle attività produttive Silvio Giovine postasse la foto, il barometro segnava tempesta. Sarà cambiato qualcosa?»: così scriveva oggi il GdV commentando la foto del post che di certo non sarà piaciuta a Sergio Berlato.
Se così è, come è probabile che sia vista la crescente deriva dell’avvocato verso l’acquiescenza al vecchio sistema che qualcuno sperava volesse almeno contenere se non combattere, per una Donazzan che vince, a perdere, almeno per ora, c’è ovviamente ed è proprio lui, Berlato.
Il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, che da sempre è stato al fronte contro l’illegalità e la mancanza di trasparenza (per esempio sistema Galan e fondi per la formazione in Veneto), si ritroverebbe ora a fare da irrilevante quinta stampella (insieme a Lista #RuccoSindaco, Lega, Forza Italia e donazzaniano Amo il Veneto) a una maggioranza che può (vuole?) fare a meno di FdI.
Forse Rucco e Donazzan, che in passato già mollarono in perfetta sincronia Berlato ai tempi dell’apice della sua lotta al sistema Galan, brindavano alle tante scelte fatte e a quelle che verranno fatte, anche per non bere vino a stomaco vuoto, da una giunta che più che di (centro)destra appare sempre di più come una giunta così d’affari di partiti, gruppi e lobbies fa cominciare a temere che forse stavamo meglio quando stavamo peggio…
Per il primato in termini di poltrone in aziende e enti vari, dopo la spartizione preventiva e ancora non completata a palazzo Trissino, per ora, lottano
- la Lega, incardinata, ad esempio, in Aim con quella reale e in prospettiva fusione con Verona di Gianfanco Vivian e con quella ipotetica chissà dove di Matteo Marzotto che “usa” gli ex padani per farsi invitare in Commissione da dove rilanciarsi a Rimini dove già si è esibito in uno show, chiaramente vendicativo ma di certo pericoloso per i soci vicentini, contro Lorenzo Cagnoni
- i reduci di Giancarlo Galan e Flavio Tosi con la carega ad esempio in Ipab di Vicenza riservata ad Ermanno Angonese
- il cenacolo sartoriano del Cisa, che allunga i suoi tentacoli sulla Fondazione Roi con Paola Marini e non solo e si prospetta, insieme all’Accademia Olimpica dove tanti suoi nomi “eccellenti” si incrociano, come il salotto in cui, tra un thè e una nomina, si costruiranno gli affari, non certo solo la “cultura”, di Vicenza.
Se questo vale per quanto già appare chiaro (con Forza Italia ancora da “soddisfare” con “ciccia” vera visto che non si accontenta dei ruoli politici così come si agitano i consiglieri di #RuccoSindaco) per le scelte ancora non fatte, almeno in chiaro, c’è da tremare.
Per esempio nulla si sa ancora su quelle finali dei due consiglieri in quota Vicenza nel cda di Ieg Rimini (perché in un momento di crisi nei rapporti Vicenza non è ancora rappresentata o, se lo è, come si attendono i soci vicentini, oltre che quelli riminesi, perché nulla si sa a Vicenza?) e sul bis probabile dell’errore di Achille Variati che vedrebbe Rucco consegnare Aim Vicenza a una scatola comune con Agsm Verona ma con i veronesi in maggioranza assoluta così come lo è Vicenza a Rimini con le ben note conseguenze.
In questa spartizione che “restaura” metodi e/o nomi cari al vecchio “sistema” ma attuati dai suoi attuali reflui (volete mettere uno Zonin, un Galan, addirittura uno Zigliotto con chi che en ha preso il posto nei salotti, si fa per dire, buoni della città, ecco che torniamo alla sconfitta di Berlato, a cui Rucco e Donazzan, forse più che simbolicamente, brindano.
L’uomo, di una destra storica che
- per quanto da noi non abbracciabile ne esalta due dei valori condivisibili, la legalità e la lealtà
- ha la responsabilità (lui diceva il merito ma non sappiamo se lo pensa ancora) di aver riunito il centro destra intorno a Rucco, dimenticando le infedeltà precedenti per un superiore disegno politico
ebbene Sergio Berlato come la metterà ora?
L’ex europarlamentare che
- ha rinunciato al rinnovo certo della sua elezione in Europa per combattere il marcio di prima, e che
- col suo coordinatore provinciale, Vincenzo Forte, aveva chiesto, così ci dicono le mura di palazzo Trissino, lungo le quali si è vista la sua ombra lunedì di due settimane fa, al sindaco di far scegliere Silvio Giovine tra l’essere il segretario a Venezia di Donazzan o l’assessore della maggioranza a Vicenza
- col suo assessore, proprio alla legalità e alla trasparenza, Isabella Dotto starebbe provando a togliere veli e tendoni stesi da tanto, troppo tempo, su tante faccende (dai faldoni portati via dal Comune e ad inizio mandato delle nuova amministrazione dal precedente assessore Marco Antonio Dalla Pozza fino alle domande senza risposte sugli incarichi ad Enrico Ambrosetti e sulla ancora ad oggi non attiva azione di responsabilità da parte della Roi contro Gianni Zonin )
ebbene Sergio Berlato ora che farà?
Noi da qui poco potremo, ma, ne stia certo, da qui apprezzeremo il suo ritorno in trincea ma saremo inflessibili se alzerà bandiera bianca!