Sta andando in confusione dopo pochi mesi dal suo insediamento l’amministrazione Rucco nata sotto gli auspici della rottura col passato del “sistema” Vicenza, che con Enrico H?llweck primo cittadino per due mandati aveva visto prevalere una parte (per semplificare Amenduni – Ingui – Dal Lago) sull’altra (Maltauro – Gemmo – Sartori/Galan, sempre usando la scure delle semplificazioni).
Il mondo di Variati
Achille Variati nei successivi due dava, inizialmente, spazio più alla seconda (tanto più che la famiglia Amenduni Gresele decollava dalla contrada del Palladio verso l’Aedes Immobiliare e più su ancora fino a Generali, direttamente e tramite la Ferak e ) e poi si faceva fagocitare dagli inchini a Gianni Zonin e alla sua variegata corte con gli esiti che conoscono in tanti, troppi a Vicenza e dintorni.
Il confuso Rucco
Francesco Rucco, che si presentava in campagna come la versione ammodernata della parte buona di Hüllweck e come il fustigatore degli interessi sotto o retrostanti al centrosinistra, non sappiamo ancora per quanto riuscirà a nascondere dietro il suo sguardo sornione e il viso che pare ricoperto di sapone scivoloso per ogni asperità il fastidio per gli attacchi della alleata, un’ora al giorno sì ma le altre 23 no, Elena Donazzan, che non sappiamo quanto volentieri abbia dovuto lasciargli spazio non avendo lei raccolto il consenso per una candidatura unitaria del centro destra.
Le bordate di Elena Donazzan
L’assessore regionale a tante cose e a tante corti dai tempi di Galan, il primo presidente della regione Veneto ad andare in galera, in pochi giorni ha, infatti, prima scudisciato il candidato ora sindaco sull’incapacità di migliorare la situazione a Campo Marzo, suscitando l’ilarità della pur compunta opposizione, poi lo ha bacchettato sul tradimento di cui sarebbe stato autore il primo cittadino in quanto presidente della provincia non “dandole” un consigliere a Palazzo Nievo (anche qui risate a scrosci di Colombara & c.).
Silvio Giovine, segretario o assessore?
E tutto questo nonostante Rucco abbia elevato al rango di assessore cittadino il capo della segreteria della povese, Silvio Giovine, che oggi, e finalmente dopo la nostra segnalazione di assenza, ha fatto inserire il suo “ricco” curriculum, Donazzan oriented, sul sito del Comune, in cui dà un saggio della sua competenza, che lo porta ad avere avuto la delega alle attività produttive di Vicenza, definendo il suo datore di lavoro precedente alla Regione by Elena, la Verona 83, come una c.a.r.l (non esistono assessore le c.a.r.l., ma le s.c.a.r.l., società cooperative a responsabilità limitata).
E proprio Giovine è alla base di un’altra confusione esistenziale delle giunta Rucco, appena bocciata dalla leader di Io amo il Veneto ma di cui lui è esponente di spicco.
Mentre Claudio Cicero, uno dei bersagli preferiti di Simona Siotto, capogruppo della lista #RuccoSindaco e anche lei in quota Donazzan tramite Giorgio Conte, per rappresentare la città ufficiale a Torino alla manifestazione Sì Tav riceve la dovuta delega dal sindaco, non si sa, invece, se Giovine rappresenti Vicenza mentre la sua capufficio regionale porge i saluti al questore uscente Giuseppe Petronzi o a farlo sia stato, come è stato, Rucco, che il suo messaggio istituzionale l’ha rivolto con una nota apposita.
Simona Siotto induce in confusione… il sindaco
“Non indurre in confusione” il tuo e nostro sindaco, infine, era il nostro messaggio proprio a Simona Siotto quando, il 12 gennaio, sintetizzando le sue continue interrogazioni che di fatto evidenziano errori, veri o presunti, di membri della giunta espressione primaria della lista di cui lei sarebbe capogruppo, scrivevamo: “mai si è visto un leader di una lista che non ridimensioni un suo capo gruppo che fa la guerra agli altri assessori a turno…“.
Ebbene Siotto, avvocato anche lei come il sempre più confuso sindaco, il giorno dopo ci ha investito di messaggi intolleranti di cui riportiamo alcuni picchi prima di essere costretti a bloccarla sul nostro cellulare per poter continuare a lavorare: “il suo articolo poteva firmarlo direttamente Berlato; perché non ha pubblicato il mio comunicato su Aim?; non ce l’avevo con Isabella Dotto… (assessore di FdI, ndr)…“.
La firma di Sergio Berlato
Bene, detto che
- noi ringrazieremmo la Siotto e chiunque altro assessore, capo gruppo, consigliere comunale, di maggioranza o di opposizione (a Vicenza, in Veneto, in Italia e ci manca, per ora, solo il mondo viste le denunce da noi fatte e quella da noi… subite: BPVi, Fondazione Roi, Marlane Marzotto, concia…) ci portasse documenti e illustrasse fatti riscontrabili come quelli sul sistema Galan e sui fondi regionali per la formazione con cui Sergio Berlato ha contribuito al nostro lavoro per una città, una regione e un Paese migliore
- il comunicato era stato già pubblicato due giorni prima, appena arrivato e non per un qualche dovere verso di lei, ma per il nostro senso deontologico che ci impegna a informare i lettori di tutto quanto veniamo a conoscenza; ma forse la Siotto stava preparando qualche altra interrogazione su qualche altro assessore di Rucco e non l’ha letto
detto questo, che c’entrava, se non per la sua ansia anti Berlato, che pure ha lanciato la corsa del sindaco, Isabella Dotto che la debuttante, in politica, Siotto difendeva salvo, a rieccola, attaccare il segretario regionale del suo partito?
La sana gavetta
Non c’entrava ma, ecco il problema secondo noi commentatori di periferia, Simona Siotto, un’altra minatrice delle sicurezze di Rucco, che vorrebbe unire tutti, pure il diavolo e l’acqua santa, non col loro convincimento ma con l’abuso di sapone per farsi scorrere i problemi, era solo piccata della nostra opinione (libera, se non ci comincia a pluri denunciare anche lei come Donazzan, da cui, come leggete, siamo terrorizzati).
Eppure quell’opinione ci portava a consigliare il sindaco di fare a meno di un assessore, Giovine, la cui “capa” gli fa più opposizione di chiunque altro, ma di far ripartire dal basso la consigliera Siotto prima di gasarla con un ruolo, che potrebbe aspirare a riavere e magari a migliorare per le sue competenze professionali, ma che oggi non sta esercitando al meglio.
Proprio a causa, è la nostra opinione, della sua inesperienza, anche relazionale, la stessa che l’ha portata a
- “prostrarsi” alla redazione de Il Giornale di Vicenza, me lo riferì lei stessa, per riavere lo spazio negatole, sempre a sua detta, dopo le critiche che lei fece al quotidiano locale per lo scandalismo pre elettorale sui like e a meno che anche in quel caso non avesse saltato qualche pagina per stress da crisi di astinenza mediatica, quella che non prova sulla web tv dell’amico Abalti
- solo pensare che un qualcuno possa dirmi cosa scrivere o cosa non scrivere, fosse anche non dico Berlato, ma la Meloni o Salvini o Di Maio o Conte o Mattarella, che metto insieme pur avendo una ben diversa considerazione per ognuno di loro…
L’ordine di… Rucco
In questa confusione l’unico che può mettere ordine è Francesco Rucco.
La domanda, la cui risposta prima che a noi interessa ai cittadini, quelli che lo hanno votato e quelli che non l’hanno fatto temendo anche il salto rischioso tra la capacità di leadership di Variati e il nascondersi del neo sindaco davanti agli interlocutori, è: ha voglia di mettere ordine?
Se risponderà di sì con i fatti, solo allora i cittadini potranno anche valutare se sarà capace.
Ad aver vantaggi dalla sua scelta di prendersi le responsabilità che corrispondono al suo doppio ruolo o a pagare il prezzo del suo dare a tutti l’ordine di non fare dopo quello a se stesso quello di non vedere sarà la città e ora anche la provincia,
Entrambe già troppo martoriate nel vicino passato dal poter tollerare altre cattive decisioni o anche solo omissioni.