La Biblioteca Civica Bertoliana e Neri Pozza Editore hanno presentato il 14 febbraio pomeriggio, a Palazzo Cordellina, il libro di Ruggero Savinio.
A dialogare con l’autore c’era Stefania Portinari, curatrice della mostra “Ritratto di donna. Il sogno degli anni Venti e lo sguardo di Ubaldo Oppi”, mentre a leggere i brani del libro c’era la voce maschile dell’attore Titino Carrara.
Ruggero Savinio, pittore e scrittore italiano, che vive a Roma, è figlio di Alberto Savinio, nonché nipote di Giorgio de Chirico, un’ eredità importante, da cui si è dovuto difendere, ma anche, però, come dice lui stesso, da cui ha preso tutto quello che poteva prendere.
Nel suo libro Savinio ci presenta trenta profili di pittori, che gli piacciono (anche se non è collezionista), e in un tempo che non esiste, si può leggere la sua anima, che incessantemente pone la domanda: “qual è il senso della pittura?”.
Chiara Visentin, presidentessa della Bertoliana, ha inaugurato la serata facendo i doverosi ringraziamenti ai presenti e ha poi specificato che i brani sono stati scelti dall’autore. L’evento è frutto dell’importante collaborazione che la Bertoliana ha avviato con Neri Pozza Editore.
Ha infine dato un consiglio e cioè di correlare lo scritto di Savinio con la sua pittura.
Stefania Portinari, dialogando con Ruggero Savinio ha posto domande puntuali e intrise di profonda sensibilità artistica, che traspare anche nella mostra che ha curato nella Basilica Palladiana.
Il brano forse più significativo ed attuale che ha letto Titino Carrara è quello su Antonio Mancini, perchè, come spiega Savinio, “esiste un limbo dove stazionano i pittori, relegati dall’elite e dal mercato e Mancini è uno di questi.”
Ruggero Savinio, visibilmente colpito dall’accoglienza ricevuta in Bertoliana, alla domanda di Stefania Portinari “cosa è la pittura?” ha risposto che è molto personale, ma che in pittura l’ombra è fondamentale, non ci sarebbe la pittura senza di essa, e poi :”è importante che un pittore piaccia agli altri pittori”, ha affermato e che certamente la pittura è necessaria.
Il ricordo, nel libro, degli amici che non ci sono più, non è stato faticoso ha detto Savinio, quasi che il suo libro fuori dal tempo li facesse rivivere.
Proprio per questa strana dimensione di tempo, il Romanticismo qui non può essere un periodo storico, ma solo un atteggiamento dell’animo.
Per Savinio infine la pittura e la scrittura hanno un rapporto stretto da lungo tempo, anche se su piani separati, si pensi alle illustrazioni di Gustave Dorè della Divina Commedia: da un lato la parola del Sommo Dante, dall’altro Dorè che cerca di dare corpo ai sui versi. Entrambe concretizzano le emozioni dell’artista, che poi arrivano a noi.
Prima di congedare i presenti l’instancabile Chiara Visentin ha ricordato l’importante appuntamento “Archiviamo”, sull’imponente lavoro di informatizzazione dei documenti realizzata dalla Bertoliana, oggi venerdì 21 febbraio a partire dalle 15,30 a Palazzo Cordellina.
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