Russia e flotta “Ombra”, 400 tanker per trasporto petrolio e armi

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ROMA (ITALPRESS) – L’esplosione della Seajewel vicino Savona; la collisione, la mattina del 10 marzo al largo della costa dello Yorkshire in Gran Bretagna, tra la della portacontainer Solong e la petroliera Stena Immaculate battente bandiera americana che si trovava all’ancora e trasportava 220.000 barili di carburante per aerei destinati alla Difesa americana, e il sequestro, la settimana scorsa, da parte della dogana tedesca della petroliera “Eventin” (con 100mila tonnellate di petrolio a bordo per un valore di 40milioni di dollari), battente bandiera panamense, alla fonda da gennaio al largo delle coste tedesche del Mar Baltico hanno riacceso i riflettori sulla presenza nei mari della cosiddetta “flotta ombra” russa.

Si tratta di un escamotage di Mosca per aggirare le sanzioni (di Usa e UE del 2022) e il tetto di 60 dollari a barile e quindi mantenere il flusso dei proventi derivanti dal traffico di greggio (dall’Asia all’Europa) ma anche di armi (verso il fronte ucraino).

E ancora, il Cremlino utilizzerebbe queste navi anche per azioni di sabotaggio contro i paesi Nato, per esempio con il trancio di cavi sottomarini. Secondo l’intelligence della difesa ucraina fanno parte della flotta da 387 tanker obsolete, di proprietà incerta o facenti capo a entità non trasparenti con indirizzi in Paesi non soggetti a sanzioni come gli Emirati Arabi Uniti o le Isole Marshall, e ora anche a società che possiedono o gestiscono le petroliere ombra in Cina – in particolare a Hong Kong – e in Russia.

Le stesse navi battono bandiera di luoghi come, appunto Panama, Gabon o le Isole Cook, di Comore, Curaçao, Gibuti, Guyana, Gambia, Sao Tomé e Príncipe e Tanzania, si legge nel rapporto. Il portale War&Sanctions ha pubblicato un elenco aggiornato delle navi della flotta ombra, che comprende 35 petroliere recentemente identificate. ùL’elenco aggiornato della flotta ombra include ora navi legate a operatori della flotta di navi cisterna russe, come Fractal Marine Shipping (Emirati Arabi Uniti), Gatik Ship Management (India), Sun Ship Management (Emirati Arabi Uniti) e Hennesea Holdings Limited (Emirati Arabi Uniti).

Oltre il 90% delle petroliere ombra elencate sul portale non dispone di un’adeguata assicurazione occidentale, il che significa che le nazioni costiere colpite da fuoriuscite o incidenti potrebbero non ricevere alcun risarcimento. Nel 2024, la Russia ha trasportato oltre il 60% delle sue esportazioni di petrolio via mare attraverso la flotta di navi cisterna ombra, tra cui il 78% delle esportazioni di petrolio greggio e il 37% dei prodotti petroliferi. “Le esportazioni totali di petrolio via mare della Russia sono stimate in oltre 80 miliardi di euro: 57 miliardi di euro di petrolio greggio e 26 miliardi di euro di prodotti petroliferi”, ha calcolato il GUR.

Un grosso contributo alla Russia per la sua guerra in Ucraina, in quanto il Cremlino può usare questi profitti per pagare la produzione di armi e altri beni per l’esercito. I proventi del petrolio promuovono la stabilità economica aiutando a tenere sotto controllo il deficit di bilancio e sostenendo il valore del rublo russo rispetto alle altre valute.

Il petrolio mantiene la bilancia commerciale russa in attivo, il che significa che la Russia vende più di quanto compra dal resto del mondo e ha denaro per pagare le importazioni. Di conseguenza, “la Russia non deve affrontare vincoli significativi sul suo bilancio o sulle spese di guerra”, hanno affermato gli esperti della scuola di Kiev nella loro ultima valutazione dell’economia russa.

Queste navi nascondono i dati relativi alla nave e al carico, disattivano i sistemi di navigazione e creano rischi per la sicurezza marittima. “I trasferimenti di petrolio STS (ship-to-ship) ad alto rischio sono ampiamente utilizzati – trasferendo il petrolio da una petroliera all’altra in acque aperte, rendendo più difficile rintracciare l’origine del petrolio”, ha riferito il GUR.

All’inizio di febbraio, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha firmato un decreto che impone nuove sanzioni contro la Russia, mirando ai capitani delle navi della flotta ombra. Nel frattempo, all’inizio di marzo, gli Stati Uniti hanno respinto la proposta del Canada di formare una task force speciale per monitorare le violazioni delle sanzioni, concentrandosi in particolare sulle petroliere ombra della Russia.

Del fenomeno “flotta ombra russa” se n’è occupata anche Greenpeace con un dossier da cui emerge come diverse di queste navi (52 si legge) avrebbero operato al largo della Sicilia, ad Augusta, effettuando, da gennaio a novembre 2024, 33 trasferimenti di petrolio da una nave all’altra, in mare aperto, a poche miglia dalle acque territoriali italiane.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).