Salario minimo legale, Cappelletti e Guidolin (M5S): “In Veneto dati e numeri sono impietosi”

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Il Movimento 5 Stelle – è scritto in un comunicato a firma dell’On. Enrico Cappelletti e la Senatrice Barbara Guidolin del M5S – si batte da 10 anni per il salario minimo legale. E’ una misura che esiste in 21 Paesi europei su 27. Abbiamo il dovere di restituire la dignità al lavoro, attuando l’articolo 36 della Costituzione secondo cui ogni lavoratore ha diritto ad una retribuzione sufficiente a garantire a sé e alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa.

In Veneto dati e numeri sono impietosi. Secondo la Cgil sarebbero 250-300 mila i veneti a beneficiare del salario minimo legale a nove euro l’ora. Le stime dell’Inps parlano addirittura di 450 mila veneti con retribuzioni inferiori a quella soglia minima, -proseguono i parlamentari del M5S – quasi mezzo milione di lavoratori che l’inflazione mette a rischio povertà. Fra il 1990 e il 2020 i salari medi dei lavoratori sono diminuiti in tutt’Italia (-2,9%); nello stesso periodo, invece, in Germania e Francia sono rispettivamente aumentati del 33,7% e del 31,1%.

Parliamo in particolare dei lavoratori della vigilanza, dei servizi, operatori sanitari e agricoli. In Italia il 12% dei lavoratori è povero. Con questa, intendiamo fissare un principio di buonsenso ovvero nessun lavoratore può guadagnare meno di quanto previsto dai contratti collettivi nazionali di lavoro e, comunque, il salario – concordano Cappelletti e Guidolin – minimo non potrà mai scendere sotto i 9 euro lordi all’ora. L’approvazione di questa proposta rafforzerebbe la contrattazione “sana” e metterebbe fuorigioco i “contratti pirata”, sottoscritti spesso da organizzazioni scarsamente rappresentative.

Per aiutare le imprese a sostenerne l’onere, abbiamo proposto una detassazione degli incrementi retributivi dei contratti collettivi nazionali di lavoro per il triennio 2023/2025. Con l’istituzione di un salario minimo legale – aggiungono gli esponenti del M5S – andremmo a proteggere le categorie più a rischio di emarginazione e sfruttamento, prime fra tutte giovani e donne. Qualcuno in maggioranza vuole mantenere milioni di persone a 4 o 5 euro l’ora. E’ paradossale che sono gli stessi che hanno appena confermato i vitalizi agli ex parlamentari, eliminati da M5S alcuni anni fa. E sono gli stessi che, con la proposta Mulé, vogliono aumentare le indennità dei parlamentari.

Il Governo dovrebbe spiegare perché si preoccupa molto della perdita del potere d’acquisto delle loro già ricche indennità, mentre – concludono l’On. Cappelletti e la Senatrice Guidolin – ostacola la nobile battaglia contro questa sorta di schiavismo moderno.


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