Sale Sharks Rugby, 11 giocatori non si inginocchiarono a sostegno del movimento Black lives matter: ecco il possibile perché di un’antimoda…

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Sale Sharks Rugby, undici giocatori non si inginocchiano a sostegno del movimento Black lives matter
Sale Sharks Rugby, undici giocatori non si inginocchiano a sostegno del movimento Black lives matter

Inginocchiarsi contro il razzismo non è una scelta che si debba spiegare e fin qua sono d’accordo, come pure è per me patetica questa farsa di sportivi e politici che s’inginocchiano, a mo’ di pappagalli… mentre con i loro lauti compensi potrebbero creare una fondazione contro il razzismo e apartitica ma costa meno mettersi in ginocchio che metter mano al portafoglio.

Martin Luther King in ginocchio con Ralph Abernathy
Martin Luther King in ginocchio con Ralph Abernathy

Il Black Live Metter di oggi non è di certo paragonabile al 1960s Civil Rights Movement quello di Martin Luther King che, il primo febbraio del 1965 si radunò a Selma, dopo l’arresto di 250 attivisti da parte della polizia: manifestavano giustamente per il diritto di voto per gli afroamericani. Martin si avvicinò a Ralph Abernathy, il leader del movimento ed entrambi s’inginocchiarono. In preghiera, ripeto in preghiera, non per alzare un pugno!

Il 7 marzo 600 attivisti marciarono da Selma fino a Montgomery per ottenere il diritto di voto. E qui accadde qualcosa di terribile, la polizia armata di manganelli e lacrimogeni, lì bloccò sul ponte del fiume Alabama e caricò il corteo pacifico. Il mondo chiamò quel giorno Bloody Sunday statunitense (https://www.history.com/news/selma-bloody-sunday-attack-civil-rights-movement).

Nulla a che vedere col Black Lives Matter (BLM, letteralmente “Le Vite Nere Contano“) che nasce per protestare contro la violenza della polizia nei confronti dei cittadini americani di colore. BLM fiorisce, però, dopo l’uccisione di George Perry Floyd, avvenuta il 25 maggio 2020 nella città di Minneapolis. George Floyd era un delinquente e il poliziotto che l’ha ucciso non era migliore, Derek Chauvin è stato condannato a 22 anni di carcere e i familiari di Floyd hanno nel frattempo raggiunto una certa posizione sociale. Ci sono morti che pagano e morti che non pagano.

Alicia Garcia, Patrisse Cullors , Opal Tometi, Black Lives Matter CO FOUNDER
Alicia Garcia, Patrisse Cullors , Opal Tometi, Black Lives Matter CO FOUNDER

Le creatrici dell’hashtag e le fondatrici del movimento, Alicia Garcia, Patrisse Cullors , Opal Tometi, appartenenti alla comunità nera, tra il 2014 e il 2016 hanno esteso il loro progetto iniziale a una rete di oltre 30 rami locali. Nel frattempo da marxiste sono diventate ricche e di recente, dopo aver acquistato una villa da 1,4 milioni di dollari, la Cullors si è dimessa da BLM. Alcune organizzazioni affiliate a Black Lives Matter, hanno espresso sentimenti anti-israeliani e filo-palestinesi che alcuni gruppi ebraici considerano antisemiti. Sarà per questo (foto di copertina, ndr) che 11 giocatori della squadra Sale Sharks Rugby, di cui otto sudafricani, non si sono inginocchiati?

BLM CO FONDATRICE CULLOR E LA SUA VILLA
BLM CO FONDATRICE CULLOR E LA SUA VILLA

La Cullors è una grande odiatrice di Israele, direi un’odiatrice patologica come pochi, ha dichiarato, quando era in carica nel BLM che il suo obiettivo, è stato tracciare un parallelo tra la violenza della polizia e del sistema capitalista con la fantomatica violenza e oppressione israeliana contro la Palestina. Durante le ultime tensioni sulla striscia di Gaza, non ha fatto altro che aizzare la comunità nera contro Israele, comunità che spesso è stata aiutata dal contributo di ebrei. Già nel 2015, la Cullor bramava la fine di Israele (https://www.foxnews.com/us/blm-cofounder-called-end-israel-2015).

La differenza tra i due movimenti è sostanziale, quello degli anni 60 non era violento, non assaltava negozi, commissariati, ambulanze, molti di loro erano sionisti convinti. I BLM sono antisemiti, vicini al BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni, ndr) , accusano Israele di genocidio e usano la violenza.

Per carità, se avete ginocchia buone, inginocchiatevi pure, ma siate consapevoli che seguite un modello di democrazia, di vita e di educazione che, se vi appartiene, è di una gravità assoluta. Non m’inginocchio, non sono razzista, non sono antisemita, non sono antisionista, non sono ipocrita e sono consapevole di come agisco.

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Paola Farina
Nata a Vicenza il 25 gennaio 1954, studentessa mediocre, le bastava un sette meno, anche meno in matematica, ragazza intelligente, ma poca voglia di studiare, dicevano i suoi professori. Smentisce categoricamente , studiava quello che voleva lei. Formazione turistica, poi una abilitazione all’esercizio della professione di hostess di nave, rimasta quasi inutilizzata, un primo imbarco tranquillo sulla Lauro, un secondo sulla Chandris Cruiser e il mal di mare. Agli stipendi alti ha sempre preferito l’autonomia, ha lavorato in aziende di abbigliamento, oreficeria, complemento d’arredo, editoria e pubbliche relazioni, ha girato il mondo. A trent’anni aveva già ricostruito la storia degli ebrei internati a Vicenza, ma dopo qualche articolo, decise di non pubblicare più. Non sempre molto amata, fa quello che vuole, molto diretta al punto di apparire antipatica. Dove c’è bisogno, dà una mano e raramente si tira indietro. E’ generosa, ma molto poco incline al perdono. Preferisce la regia alla partecipazione pubblica. Frequenta ambienti ebraici, dai riformisti agli ortodossi, dai conservative ai Lubavitch, riesce nonostante il suo carattere a mantenere rapporti equilibrati con tutti o quasi. Sembra impossibile, ma si adegua allo stile di vita altrui, in casa loro, ovviamente.