A differenza di quanto si riteneva fino a qualche anno fa, la dieta svolge un ruolo fondamentale per la salute della pelle. Come sottolinea un articolo pubblicato dall’edizione online di Repubblica, tra le varie patologie che possono riguardare la pelle, solo la dermatite erpetiforme è legata alla dieta mentre, per altre condizioni, l’alimentazione rappresenta un fattore tenuto ancora in scarsa considerazione laddove, di contro, le terapie farmacologiche andrebbero integrate con un adeguato regime alimentare, meglio se individuato da uno specialista. Una corretta alimentazione, infatti, contribuisce in maniera significativa a prevenire o curare diverse patologie dermatologiche e, al contempo, consente di ridurre il ricorso ai farmaci sistemici.
Quali sono le principali patologie dermatologiche
I tessuti cutanei sono esposti a numerose malattie, diverse tra loro per origine e sintomatologia. Le più comuni sono acne, psoriasi, piodermite, pitiriasi, vasculite, orticaria, herpes, candidosi e dermatite; quest’ultima rappresenta un’eruzione cutanea che può avere svariate cause. La valutazione dei sintomi, benché molti siano visibili ad occhio nudo e facilmente riconoscibili, deve essere sempre affidata ad uno specialista in dermatologia, ossia un medico dermatologo. Per un consulto è necessario essere in possesso della prescrizione sottoscritta dal medico curante, se ci si rivolge ad una struttura pubblica; in alternativa, è possibile richiedere la stessa prestazione ad un ambulatorio privato come Ionoforetica, la soluzione ideale per chi cerca un dermatologo a Bologna.
La dieta per l’acne
Da uno studio risalente agli anni Sessanta, si è sviluppata la convinzione che l’insorgere dell’acne non avesse alcuna correlazione con la dieta. Successivamente, però, è stato notato che, in alcune popolazioni non occidentalizzate, tale patologia era assente; di conseguenza, i ricercatori hanno concluso che la dieta, ed in particolare i cibi ad alto tasso glicemico, contribuiscono alla formazione dell’acne. Zuccheri raffinati, pane, pasta e riso integrale concorrono ad innalzare i livelli di glucosio sierico e, di conseguenza, quelli dell’insulina. Quest’ultima, assieme alla somatomedina, fa aumentare la produzione di sebo. Ragion per cui, chi è maggiormente propenso a sviluppare acne dovrebbe osservare una dieta a basso indice glicemico, ossia composta prevalentemente da alimenti quali frutta, verdura, crostacei, spezie, erbe, funghi, frutta secca (noci, nocciole, mandorle, anacardi e simili), soia e legumi.
Alimentazione per la psoriasi
La psoriasi è una malattia della pelle che si manifesta principalmente mediante la comparsa di macchie anomale superficiali. Alcune condizioni come l’obesità o l’eccessivo consumo di alcool, così come la celiachia, influiscono direttamente sulle possibilità di sviluppare questo tipo di malattia.
È per questo che chi soffre di psoriasi, oltre a consultare uno specialista, dovrebbe seguire una dieta ad hoc, elaborata da un dietista. In linea di principio, l’alimentazione di chi soffre di psoriasi dovrebbe includere molta verdura – meglio se poco condita – e frutta, da consumare nei pasti intermedi. In aggiunta, è consigliabile integrare nella dieta molti cereali integrali e legumi, in luogo delle fibre raffinate e delle farine bianche, così come le carni magre e il pesce azzurro.
Alimentazione anti invecchiamento
Pur non essendo una vera e propria ‘malattia’, l’invecchiamento della pelle è uno dei principali problemi che investono i tessuti cutanei, soprattutto nei soggetti di età adulta. L’invecchiamento si manifesta sotto forma di rughe, rilassamento e perdita di elasticità, che compromettono in special modo l’aspetto estetico della pelle.
Questo genere di problematiche può essere trattato mediante il ricorso a specifici prodotti di cosmesi ad uso topico nonché seguendo un regime alimentare che riduca l’apporto giornaliero di zuccheri e grassi. Una buona dieta “anti-age”, infatti, è ricca di verdura, frutta fresca e secca, latticini, purché a basso contenuto di grassi. Carne e pesce non vanno eliminati ma consumati in quantità non eccessive e con cadenza regolare.