Salute Mentale, aperta a Padova la Conferenza Regionale: focus su disagio dei giovani e degli adolescenti

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Si sono aperti al Teatro Verdi di Padova ieri, mercoledì 7 giugno 2023, i lavori della Conferenza Regionale della Salute Mentale. L’occasione è valsa per l’analisi e l’approfondimento da parte degli esperti sui documenti di 6 tavoli specifici su altrettanti temi che erano stati presentati nel corso di un webinar lo scorso 31 maggio.

Un particolare accento lo ha riservato a riguardo il disagio dei giovani e degli adolescenti. Si registrano, infatti, difficoltà che sono accresciute con la pandemia sommandosi a quelle che da sempre appartengono al passaggio tra l’età evolutiva e l’età adulta.

Il modello organizzativo – è stato spiegato – è rappresentato dal Dipartimento di Salute Mentale, dipartimento strutturale transmurale istituito all’interno di tutte le nove ULSS della Regione Veneto con funzione di “core” per la prevenzione, cura e riabilitazione di qualsiasi forma di disagio psichico nell’ottica di un miglioramento della qualità di vita e produttività dell’individuo e della rete sociale a questo prossima.

Alcuni dati: nel 2022 sono stati trattati complessivamente circa 69.500 utenti (67.000 nel 2021), con una prevalenza pari a 169,95 persone ogni 10.000 abitanti maggiorenni. Prevale il sesso femminile, mentre le fasce di età più numerose sono 45-54 anni e 55-64 anni, alle quali si aggiunge anche la classe di età 18-24 per le femmine, confermando il trend dell’anno precedente.

Per quanto riguarda le modalità d’accesso ai servizi territoriali, buona parte degli utenti viene inviato dal medico di medicina generale; negli altri casi si tratta soprattutto di una richiesta del paziente medesimo o di un autoinvio da parte dell’equipe curante. Presso il CSM sono state erogate più di 739.00 prestazioni, confermando la prevalenza di servizi erogati per le classi di età 45-54 e 55-64 anni.

Per quanto concerne l’area ospedaliera le dimissioni da SPDC (Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura) sono state 9.418. I TSO sono stati 209. Le dimissioni da strutture private accreditate sono state 2.772 e le giornate di degenza presso questi reparti sono state 95.750.

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Fonte: Dipartimento di Salute Mentale Regione del Veneto

Il 12 maggio scorso la Regione del Veneto ha richiesto ai Dipartimenti di Salute Mentale il numero degli operatori (psicologi/psicoterapeuti, terp/educatori, assistenti sociali) che hanno preso servizio dal mese di giugno 2022. L’esito del monitoraggio evidenzia un numero significativo di assunzioni che afferiscono in buona parte all’obiettivo – previsto dalla Delibera di Giunta dell’8 aprile 2022 – di rafforzamento degli organici dei Dipartimenti per una presa in carico integrata e globale delle persone e per dare attuazione agli interventi previsti dai PDTA (Percorsi diagnostici terapeutici assistenziali).

Particolarmente difficile in alcune Ulss, risulta il reperimento delle figure di TerP (Tecnico Riabilitazione Psichiatrica), Educatore socio-sanitario ed Assistente sociale. Ciò nonostante, in base al monitoraggio, risultano assunti nelle nove Aziende ULSS i seguenti nuovi professionisti: 88 Psicologi psicoterapeuti, 55 Terp/educatori sanitari e 18 Assistenti sociali. Ulteriori assunzioni, per tutti i profili, sono tutt’ora in fase di perfezionamento, pertanto è previsto un ulteriore monitoraggio.

All’apertura della Conferenza Regionale della Salute Mentale era presente l’assessore alla Sanità e alle Politiche sociali della Regione Veneto, Manuela Lanzarin: “Particolarmente qualificante – ha sottolineato – è il rafforzamento della regia dei Centri di Salute Mentale attraverso una significativa implementazione di figure professionali oltre che l’implementazione della psichiatria di base. Le ‘Case di Comunità’ diverranno il luogo in cui favorire una più stretta collaborazione con i medici di famiglia mediante equipe multi professionali di primo livello con afferenza al Centro Salute Mentale”. 

Tante le questioni aperte, che oggi diventano il centro del progetto obiettivo e la programmazione della Regione – ha aggiunto la Lanzarin -. Siamo in un momento di grande vivacità programmatoria e legislativa. Stiamo lavorando a sfide come il Pnrr con la missione 6, quella che riguarda tutti gli interventi in tema sanitario, ma anche alle ‘Case di Comunità’. Abbiamo il dovere di tenere conto di tutti i bisogni, dai più gravi a quelli meno. Per i primi la presa in carico prevede un ‘vivere leggero’ ossia la residenza in comunità che siano inserite nel contesto urbano e sociale e dove si possa portare avanti un percorso di integrazione.  

Pensiamo, quindi, a progetti personalizzati sulla singola richiesta di aiuto, ma anche conformati al contesto familiare che deve essere accompagnato, assicurato e sostenuto – conclude l’assessore Lanzarin -. Con specifici provvedimenti, abbiamo anche incrementato il personale, nonostante vi siano difficoltà a reperirlo; a riguardo è necessario che il tema diventi materia specifica di un‘attenzione a livello nazionale”.